martedì 25 marzo 2008

Quello che mi stupisce

Quello che mi stupisce - dice il marziano -
è la loro solerzia.
Mi stupisce e mi spaventa, perché so che a un certo punto
questa solerzia cercherà di coinvolgermi
convincendomi di quanto sia buono e bello
lavare i piatti, apparecchiare la tavola, darsi da fare, non rimanere mai con le mani in mano.
Ma il tempo libero - continua il marziano - è il mio pane quotidiano,
i tempi morti sono miei compagni di strada,
le mani in mano un'attitudine quasi connaturata.

Così il primo è un moto di ribellione.
Il corpo reagisce, è refrattario agli appuntamenti prestabiliti,
alle regole e agli orari. E' senza ombra di dubbio un corpo anarchico,
che rifiuta l'intruppamento in eserciti di qualsivoglia bandiera. 

So - pensa il marziano - che questo comportamento comporta dei rischi,
come qualsiasi comportamento che si rispetti se no non si chiamerebbe 'comportamento'.
Il primo rischio su Marte lo sperimento molto spesso e si chiama solitudine,
generalmente in coppia con isolamento, perché anche se la solitudine è sola per definizione,
non può fare a meno di portarsi dietro il compagno isolamento. 
Il secondo rischio mi pare contenere in realtà un'opportunità:
si chiama dis-appartenenza, e vuol dire di fatto non appartenere a niente e a nessuno, 
forma suprema di distacco che nei momenti migliori apre all'imprevedibile,
in quelli peggiori fa rima con varie specie di vittimismi.

Eppure - ammette, con un un sottile dispiacere, sempre lo stesso marziano -
questi cristiani che celebrano insieme la Pasqua sono contagiosi,
intanto perché stanno insieme senza litigare,
poi perché credono ad un evento umanamente
ed anche marzianamente incredibile come la Risurrezione,
non solo dell'anima ma anche del corpo.
Essi predicano a ragion veduta Cristo morto e risorto
per liberarci da ogni schiavitù
e raccontano di aver sperimentato molte morti e risurrezioni
già durante questa vita.
Questo mi convince e mi coinvolge sempre
molto di più della solerzia nel lavare i piatti,
ma chissà,
forse la salvezza
passa anche dagli avanzi di pasta incollati
sul fondo di una pentola che ha bollito
spaghetti per 70 persone.  
Non a caso qualcuno dice che non ci si salva mai da soli.
(e una mano lava l'altra, vedi che la mano è un tema ricorrente)

6 commenti:

utente anonimo ha detto...

già una mano lava l'altra e tutte e due lavano il viso...
le mani però devono essere rigorosamente della stessa persona (o parrocchia).. perchè suonerebbe un pò strano farsi lavarsi il viso da un'appendice estranea...
il discorso sarebbe complesso e articolato, da quel che vedo io è che per "aspirare all'aiuto solidale" occorre appartenere al gruppo, se non ne fai parte e non ti adegui è difficile che tu venga preso in considerazione...
cmq W la dis-appartenenza!

ciao Lucia

lucicosmo ha detto...

Chi è questo compagno di dis-appartenenza?

utente anonimo ha detto...

hai ragione non mi son registrata nè tantomeno presentata, solo..mi spiace di deluderti: femmina sono...
ciao da
Filo

utente anonimo ha detto...

Nessuno e perfetto, Filo... ;-)

lucicosmo ha detto...

La dis-appartenenza e bipartisan, no problem!

utente anonimo ha detto...

uh quanto hai ragione!
la dis-appartenenza è per le pari opportunità...
come pure il non sentirsi parte di nessuna squadra...
anzichenò potremmo pure noi non squadriste fondare un ns partito, che te ne pare?

Filo