mercoledì 12 marzo 2008

Vacanze romane 2

Sono rimaste in sospeso dalle precedenti 'Vacanze romane' le storie che durano pochi fotogrammi di vita passeggiata (ove il 'passeggiata' è l'aggettivo di vita, e già con questa precisazione ho fatto fuori quei 2 lettori che passavano di qua casualmente: ciao lettori spaventati, guardate che potrebbe capitarvi di peggio, per dire che che vinca Berlusconi alle prossime elezioni, ripigliatevi e andate avanti con coraggio, che ce ne vuole tanto in questo mondo selvaggio).

Orbene oggi passeggiavo svagata nella zona di palazzo Chigi quando le mie orecchie hanno avvistato un canto forte e strampalato. Oibò, donde vieni, o canto squarciagolato in un momento così triste e scuro per il palazzo che ho sotto i miei occhi? Perché, cari amici blogghistici, come potete vedere dalla scarsità di post, io dalla caduta del governo Prodi non mi sono ancora ripresa. Il crollo avvenne mentre salterellavo sulla rotonda a mare di Senigallia, nelle Marche, ed era pressappoco la terza settimana di viaggio a metano, e dentro provavo una strana euforia, di quelle che ti capitano solo nelle avventure più veraci della vita. Salterello e salterello, e bum, il governo mi cade sotto gli occhi. Cribbio! Non è possibile!  Sarò stata mica io a forza di salti? E come hanno fatto tutti questi sciacalli che gufavano sul crollo a stampare a tempo di record i primi manifesti elettorali dal giorno dopo?

Fatto sta che oggi davanti a palazzo Chigi si cantava che era un gusto per tutti: curiosi incuriositi, scolaresche plaudenti, scemi (e sceme) di passaggio. Tutti hanno potuto individuare la fonte sonora in un signore dall'aria normalissima che anch'egli passeggiava cantando a voce spiegata melodie spiegabili e comprensibili solo a lui ma complessivamente appassionate. Ho provato a seguirlo ma egli si è dileguato presto verso la zona del Pantheon, dove sono certa che avrà deliziato altri passanti facendo scoccare applausi a scena aperta nel grande teatro della vita (e questa, scusate, mi è proprio scivolata dalle dita).
Perché non votiamo chi riesce a trasformare il proprio programma di partito in uno stornello romanesco/ottava rima toscana/cuntu siciliano?

1 commento:

F4Bi4No ha detto...

a proposito di siciliano, io sto imparando...

"cu ti lu dissi ca t’haju a lassari, megliu la morti e no chistu duluri, ahj ahj ahj ahj moru moru moru moru, ciatu di lu me cori l’amuri miu si tu.

Cu ti lu dissi a tia nicuzza, lu cori mi scricchia a picca a picca a picca a picca, ahj ahj ahj ahj moru moru moru moru, ciatu di lu me cori l’amuri miu si tu.

Lu primu amuri lu fici cu tia, e tu schifusa ti stai scurdannu a mia, paci facemo oh nicaredda mia, ciatu di l’arma mia (l’amuri miu si tu)".