sabato 25 febbraio 2006

Benevento rifiutata 
Sottotitolo: la'mmonnezza politica


Tanto quanto la Stazione Termini di Roma trabocca di Silvio e Forza Italia (spettacolo degno di un Luna Park americano, manca solo la musica della giostra, Silvio pensaci), Benevento sovrabbonda in questi giorni di immondizia (spettacolo indegno di un paese civile).

Con la spontaneità di cascami di edera sui muri e la strafottenza di una colata lavica, giacciono a terra sui marciapiedi, ammucchiati l’uno sull’altro attorno ai cassonetti ormai sepolti, centinaia di sacchetti di plastica carichi di rifiuti. “E’ colpa della Reggggione, di Bbassolino”, dicono i parenti. Allora ha ragione Bocca e ‘Napoli siamo noi’, che pure ai napoletani gli ha dato tanto fastidio perché “ha esagggerato, non è giusto segnalare solo le cose che non vanno e dire che solo a Napoli le cose vanno male. Allora la mafia? Palermo? E Roma, centro di smistamento della corruzione nazionale?”

Vero, però qualcuno dovrà pur denunciare le storture, no? Mica bisogna sempre parlare come una guida turistica o Franca Ciampi in vacanza nel Sud pieno di fantasia e solarità. Se c’è in giro ancora qualche giornalista dotato di spirito di indagine e quei gentili attributi in via di estinzione anche detti controc., lasciamolo esistere e ringraziamolo del suo lavoro.

I cugini spiegano poi che anche l’immondizia è diventata politica. "Vedi lì? Lì ce n’è di più perché non la tolgono, è il quartiere degli avvocati, dei medici, di quelli che contano". Non riesco a seguire il ragionamento. Apro ‘Napoli siamo noi’ e copio: “La corruzione è dei politici più che dei camorristi (...) Si stima il costo della corruzione nei pubblici uffici in sessantasei miliardi di vecchie lire l’anno (...) Adesso insegno all’università la sociologia della devianza” (Amato Lamberti, ex direttore dell’Osservatorio sulla camorra, in ‘Napoli siamo noi’, G.Bocca, ed. Feltrinelli 2006)

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