venerdì 31 marzo 2006

Silenzio alla stazione
Amo i paradossi. Mi ci abbevero con voracità, ogni tanto con grazia. Spesso con rabbia.
Questa sera, per esempio, non vedo l'ora di scappare a sentire il silenzio alla Stazione Termini di Roma.
Presentano il film di Philip Groning, il tedesco che con pazienza e tenacia teutonica ha aspettato (se ho letto bene) diciannove anni per girare il suo 'Grande silenzio' nel monastero certosino de 'La Grande Chartreuse', nei pressi di Grenoble.
'Taci, su le soglie del bosco non odo parole che dici umane. Ma odo parole più nuove, che parlano gocciole e foglie lontane'.
Credo molto nella forza del silenzio. Nel suo potere di purificare e fare chiarezza. Certo, con i treni che passano e fischiano, e le persone che partono e tornano e vanno, e i plin-plon degli annunci, non so di quale silenzio si potrà trattare. So solo che io tra un'ora me ne vado di qui. E nessuno mi potrà fermare.

3 commenti:

bigsoul ha detto...

m'assale unìinfinita voglia di vederlo... è uno dei pochi motivi per cui vorrei vivere in una città dove queste cose arrivano...
Baci
(ti ho linkata!)

utente anonimo ha detto...

è vero, il silenzio può essere anche rumore cui tu non assegni significato. Rumore bianco, frequenze indistinte e per questo riposanti. O anche distinte ma non indesiderate. Forse silenzio è mancanza di voci umane conosciute.

Azalais

lucicosmo ha detto...

Graz! In questi giorni pre-elettorali cento-mille-duemila grandi silenzi al posto delle parole.
PS: votaunione-votaunione-votauniò