giovedì 26 ottobre 2006

A rischio


Un effetto positivo l'ha avuto la riunione-docenti di questo pomeriggio: fare scorrere con libertà il flusso mestruale, che attendeva impaziente di trovare una via di uscita. Per il resto, se noi (il mondo degli adulti) dobbiamo insegnare qualcosa a loro (il mondo dei giovani), 2 ore e mezza di chiacchiere incomprensibili dimostrano che l'assunto di partenza va modificato. Noi non abbiamo davvero niente da insegnare a loro visto che in un pomeriggio non siamo stati in grado di comunicarci alcunché di concreto. Io, almeno, sono riuscita ad afferrare solo alcuni concetti volatili che ora propongo alla vostra attenzione.

- "Questa è una scuola a rischio". A rischio de che?, chiede una prof. "A rischio di devianza e di esclusione sociale". Ma dobbiamo metterci d'accordo su chi rischia tale emarginazione: i docenti o gli studenti? Mi candido per la prima ipotesi.

- "'Sti soldi non si possono rifiutare". Piovono 80.000 euro sulla "scuola a rischio", e per impiegarli "saranno presentati dei progetti". E' il binomio vincente: soldi-progetti, soldi-progetti, finché non si esauriscono i progetti e i professori, già esauriti a un mese dall'inizio della scuola. I soldi, invece, sembrano non essere per niente esauriti. Ergo, come al solito, il vero problema non è mai solo di natura economica.

- "Invece di chiacchiere di corridoio, meglio andare direttamente in presidenza. Non esiste la necessità della chiacchiera da corridoio". Improvvisamente qualcuno vorrebbe rendere la scuola un ambiente totalmente puro e incontaminato, un posto dove tutti sono educati e non si criticano alle spalle, dove esiste un senso civico da manuale. Ma guardiamoci attorno, cari colleghi, prendete un autobus, sentite le scorbuticaggini quotidiane che si scambiano conducenti e passeggeri, girate nei corridoi di un'azienda, stazionate davanti a una macchinetta del caffè. E la scuola dovrebbe essere esente dal marcio che ci circonda? Ammettiamo prima che il marciume è anche dentro di noi, come diceva Etty Hillesum, e poi andiamo avanti.

- "Qual è il tipo di azione didattica che può evitare questa degenerazione"? Traduzione: come si può evitare la bocciatura? Perché la bocciatura è "degenerazione", il problema sta tutto lì.

- Fase di totale delirio, con discussione accesissima tra due prof di meccanica. Uno, con forte accento siciliano, l'altro con forte accento toscano. Il primo, let-te-ral-men-te assordante, è anche quello incaricato di fare l'orario definitivo, che tutti attendono. Al posto dell'orario, però, consegna un tabulato turco con i nomi degli studenti e dei relativi debiti e crediti, e inizia a snocciolare formule di 2 in uno neanche fossimo al supermercato. Volano moduli, consigli docenti, "qui nessuno sa cosa fa l'altro". E' l'anarchia. E arriva lo scontro con l'altro meccanico, che per l'occasione ha preparato una sua personale lettera polemica tragicamente scritta in un pessimo italiano (completo di da senza accento e virgola dopo il soggetto: aiuto, voglio scappare!). L'insegnante di italiano prende la lettera e la conserva come "esempio di prosa italiana".


Un forte mal di testa accompagna lo scorrere del flusso. 

9 commenti:

utente anonimo ha detto...

Panta rei, cara Lucia, panta rei...

Taxi driver

lucicosmo ha detto...

Hai ragione, caro Taxi driver, hai proprio ragione.

utente anonimo ha detto...

Istruzioni per la sopravvivenza scolastica:
lasciare che il flusso delle operazioni più o meno burocratiche scorra e attendere che si arresti, proprio come le mestruazioni.
Nei collegi dei docenti è bene riposare, oppure lavorare - correggere compiti, studiacchiare etc. -, o ancora socializzare con i propri simili, ammesso che ve ne siano (nel tuo caso l'ex tenore potrebbe andare).
Sedersi rigorosamente in fondo senza dimenticare gli occhiali da sole.
Non ascoltare o cercare di capire, non c'è mai, ma proprio mai, niente da capire - se in quell'occasione ti venissero assegnati incarichi avrai tempo per saperlo in seguito.
L'estraniamento del docente dalle situazioni collegiali è condizione essenziale perché egli possa fare bene il suo lavoro che si svolge in classe e solo lì.
Sono convinta che tutti coloro che hanno fatto qualcosa di buono per la scuola, nei collegi dei docenti e nei consigli di classe, dormissero.
sisonoio

lucicosmo ha detto...

Siseitu, grazie!

Dichtung ha detto...

A mo' di chiosa alle istruzioni di sisonoio ti consiglio anch'io di estraniarti totalmente dalla riunione. Potresti scrivere il tuo secondo libro, questa volta varcando le frontiere di quel sopravvalutato microcosmo appendicolare che è la Venezia Giulia (trovata copia del primo dal giornalaio a Sistiana ieri, attendo autografo).

Dichtung ha detto...

Domanda a scoppio ritardatassimo: sisonoio, sei M.G.?

utente anonimo ha detto...

Ma chi è MG???

Dichtung ha detto...

Sembra una mia amica mezza ungherese. Maddalena, se ci sei, batti un colpo!

lucicosmo ha detto...

Ma no, io lo so chi è e non è Maddalena!