lunedì 13 novembre 2006

EPT

Ecografia Pelvica Transvaginale. E già il nome fa paura. Tanta paura che, come gli studenti che non vogliono andare a scuola, sento la sveglia ma faccio finta di non sentirla. L'appuntamento è per le 8.45, io parto di casa alle 8.35 senza colazione, sperando di arrivare tardi e quindi essere automaticamente depennata dalla lista di pazienti da visitare. Purtroppo non arrivo così tardi da risultare im-paziente, e quindi arriva il mio turno.

Primo tempo: sceneggiata napoletana (omaggio al defunto M.Merola) di fronte alla dottoressa che assiste il dottorone, ovviamente fuori stanza come tutti i dottoroni che si rispettino: "Guardi, io ho una paura terribile di questo esame, anzi sono proprio terrorizzata (tiro giù i pantaloni e guardo la situazione depilatoria: stato gorillico)... scusi la pelosità...no, anche perché dentro ho queste due brutte cisti che mi fanno male, e allora sarà per questo che ho più paura..."
La dottoressa non mi guarda nemmeno, deve compilare i miei dati sul computer. Bene, si stenda sul lettino.

Secondo tempo. Sul lettino uno, anzi una non si vuole mai stendere. Perché quello è il momento di massima apertura ad un estraneo che una donna possa sperimentare nelle sue parti intime. Ed è, in un aggettivo banale, orribile. A quel punto bisogna tentarle tutte: minacciare la fuga (scusi, torno un altro giorno; fatto), mettere le gambe accavallate invece che puntare i piedi sui ganci appositi (fatto), chiudere le gambe (fatto), implorare pazienza e tranquillità (fatto), chiedere di poter fare una bella respirazione yoga con inspirazione ed espirazione profonda (fatto), chiedere di poter tenere la mano alla dottoressa incredula: "Vogliamo fare i bambini?". Risposta secca: SI'!

Ottengo di respirare profondo e si parte. Lo spazzolino in-gelato entra ed esplora, guidato dalla mano della dott. che visualizza la situazione sullo schermo. Vede che non è così doloroso? No, in effetti non è così doloroso ma fastidioso sì, anche perché qui si fa sul serio e i minuti passano. Squilla il cellulare. Con la mano sinistra libera il camice bianco lo prende e ha il buon gusto di non rispondere, anche se la scena con la risposta sarebbe stata molto più comica. "No, scusa, sono qui che - ecco, apra bene -, ti prego chiamami più tardi - 5 cm, piuttosto grossa -, d'accordo ti passo a prendere alle 19 - vedo un cono d'ombra nel canale cervicale".

A quel punto entra il dottorone, dotato di quella impareggiabile sensibilità di cui sono dotati tutti i ginecologi esistenti sull'orbe terrarum. Mi si piazza sulla sinistra e chiede: "Qual è la sintomatologia?". Dico: devo rispondere adesso così, con le gambe larghe, non glielo posso dire dopo? No, adesso. E vai con il racconto dei dolori, che in fondo non ci sta poi così male data la situazione. Con voce fioca ci infilo anche la storiella ad effetto di quando, durante una trasmissione alla radio, mi sono sentita così male che ho dovuto abbandonare la trasmissione a metà. Ah, lavora alla radio, che bello! Sì, che bello, ma quando uscite da qui sotto? Niente, deve metterci mano anche lui, il dottorone, che prende il testimone neanche maneggiasse una frizione e infatti è molto meno delicato della collega.

Sono usciti, alla fine. Referto orale: rischio l'esplosione, non della testa ma delle cisti. Ergo, meglio operare. La dottoressa della mutua commenta: fotografie davvero eccellenti.
 Morale: la bellezza interiore è quello che conta.

6 commenti:

Dichtung ha detto...

Macchè banale, l'aggettivo è azzeccato, è proprio orribile. Ti auguro di risolvere il tutto presto e senza troppi fastidi.
Ti bacio e ti abbraccio,
Francesca

Dichtung ha detto...

Su quel lettino io cerco, con risultati altalenanti, di staccare la mente dal corpo, un po' come dicono di fare le prostitute che esercitano liberamente, senza coercizioni di sorta, la professione, e che, escludendo ogni partecipazione emotiva dall'atto sessuale, preservano il proprio io dalla compravendita. Ecco, quando questa scissione corpo-mente mi riesce, davanti al ginecologo sono una prostituta.

Dichtung ha detto...

Mi assento per un po' per lavoro, torno a farti visita appena possibile.

lucicosmo ha detto...

Grazie per la solidarietà. Le scissioni mente-corporali non mi riescono mai troppo bene. Ma devo provarci. Chissà...

F4Bi4No ha detto...

neanche a me. di scindere. riesce.

e ci sono passato recentemente.

oggi, direi. mai sentito parlare di.. beh, no, non lo scrivo.. ma in variante maschile, capisco.

almeno un pò.

lucicosmo ha detto...

Disgraziato!
Combatto quotidianamente con il po' apostrofato e non accentato, e tu mi uccidi così!
Massepo'?