Le Cosmeticomiche

Predisporsi al micidiale

Eravamo tutti predisposti al micidiale, l'altra sera all'Ambra Jovinelli.
Mi è venuto persino il mal di testa da quanto mi sono predisposta.
Scusa, Alessandro (Bergonzoni), e se uno fosse indisposto al micidiale? Eh?
I disastri poi succedono comunque?
Per dire stamattina: ho già un senso di nausea per la settimana incipiente,
ieri overdose cattolica con tanto di 'Nativity' in anteprima mondiale a San Pietro (bello, va detto; ma ancora più bello l'applauso del pubblico alla nascità di Gesù: i cattolici, in questi contesti, si distinguono sempre per una certa qual dose di entusiasmo all'eccesso), oggi scuola serale e il resto della giornata da riempire con spesa, pensieri, scrittura, pensieri, pensieri, pensieri. Troppi pensieri.

Predisporsi al micidiale. Io speriamo che me la cavo. Perché il lunedì è sempre duro, e più ci pensi più si indurisce, questo lunedì. Allora meglio non pensarci, meglio lasciarlo correre come un cavallo imbizzarrito, a briglia sciolta, vai lunedì, corri con il vento, anche se oggi a Roma il sole splende che è una meraviglia e non c'è un filo di brezza, ma tu sforzati comunque, lunedì della malora, vai al largo, stendi le vele e apriti, gonfiati, vento in poppa e si parte!

Il fatto è che qua le poppe sono un po' latitanti, cioè non si vedono granché, deve essere per questo che tutto sembra fermarsi, e il vuoto arriva come una lunga ombra nera che dice: sono vuoto, vuoto a perdere, e guai a chi mi riempie. Anche il vuoto rivendica una sua dignità, un suo diritto all'esistenza. Povero vuoto, nessuno che lo accolga a braccia aperte. Tutti spaventati, tutti lì con l'horror vacui di riempire ogni pezzettino di quadro neanche fossimo tanti Caravaggio. Ma di Caravaggio, cari i i miei riempitori di vuoti, ce n'è stato solo uno. E allora coraggio, mancati caravaggi, predisporsi al micidiale.