sabato 4 novembre 2006

Scado il 30.6.2007

Ho compiuto il mio dovere precario e ho i piedi distrutti.
Dopo la radio, ho incollato (=messo al collo) il cartellino di Rifondazione con la scritta "Scado il 30.6.2007", e ho ripercorso a ritroso il fiume precario che oggi ha manifestato a Roma contro quella grande operazione ginnica che è stata ed è ancora per molti la FLESSIBILITA'.

SALMONI - Controcorrente come i salmoni, ho visto un popolo in cammino, che è un classico canto cattolico ma davvero ci sta bene per l'occasione. Perché poi si sa come va a finire: la guerra di cifre, 200mila, 100mila, quattrogatti. Ascoltate me. Il popolo era impressionante, gonfio, ricolmo, lento e infinito come 2 anni fa per la pace, quando mi sono messa a inseguire padre Alex Zanottelli come un'esaltata e sono finita dietro al palco con gli ospiti.

GRAZIE - Oggi da sola. Sola con il mio cartellino di scadenza ortofrutticola che adesso è appeso in bella mostra in camera, a ricordarmi che grazie a un Dio che ci deve essere da qualche parte, il contratto a scuola scade il 30 giugno del prossimo anno. E io avrei voluto manifestare al contrario, e gridare: GRAZIE PRECARIETA', perché mi dai la possibilità di non marcire per una vita in un unico ambiente, e continuare a sperare in un futuro migliore e più radiofonico. Ma queste sono cose che si scrivono a freddo, mentre i piedi prendono aria e le gambe riposano. Lì, in mezzo al popolo precario, mi sono sentita al calduccio in una giornata romana triestinamente tersa e freddissima. Ho guardato, molto guardato, volevo contemplare i fratelli e le sorelle di sventura, scrutarne gli sguardi, gli acciacchi, l'eventuale ironia salvagente nascosta dietro a un paio di occhiali. 

CARTELLI - In realtà ho visto la solita parata di bandiere: tante rosse con la scritta gialla, qualcuna arcobaleno, cani al guinzaglio, rasta, ragazzi, zainetti Invicta, vecchi, giovani, adulti fricchetton-style e poi la parte più bella: i cartelli. Quelli dove si dà sempre il meglio della fantasia corteistica. Primo premio al mega striscione "FATE QUALCOSA DI SINISTRA: ASSUMETECI", gruppo di medici di una Asl romana. Secondo premio alla "PrecariCARD", carta di credito che non teme confronti con tanto di bollo di San Precario sul carroccio dei giovani comunisti. Infine, menzione speciale per "Anche tu puoi essere un errore" e citazione d'onore a "No! All'amore precario".

LA FRASE - Di ritorno dal corteo, con un bombolone alla crema e una brasiliana all'allbicocca, intercetto una telefonata e m'illumino di sdegno. "I nostri precari li hanno intervistati tutti, dalla Sette al TG2". Anche i precari hanno padroni che li manovrano, dunque. Pensavo fossero liberi e belli come Rino Gaetano (Nuntareggheppiù) e Caparezza (Trovo molto interessante la mia parte intollerante), pompati a palla dal carrozzone di Rifondazione.

PPP - Pasoliniano il dialogo tra un manifestante e un poliziotto in assetto antisommossa davanti al Vittoriano. Poliziotto: "Che vuoi?" Ragazzo: "Parliamo... il dialogo... ma senza tutta quella roba addosso... normalmente, come si discute tra persone". Due mondi non-comunicanti.

IDEE - Sulla precarietà, lo confesso, non ho le idee chiare. Ho l'impressione che si tratti di qualcosa di strutturale, di quelle cose che si chiamano macro-economiche come a dire che sono troppo grandi per poterle maneggiare come uno scontrino. Così non riesco a condividere la sbrigativa fanculizzazione del governo Prodi, più volte inneggiata questo pomeriggio, perché non credo che un governo sia davvero in grado di risolvere in toto una macro-questione come quella del lavoro precario. D'altra parte è anche vero che in altri paesi, come la Francia, è possibile avere un sussidio di disoccupazione se uno si trova improvvisamente per strada, e non esistono baratri di illegalità considerati ormai la norma come dalle nostre parti. Attendo aggiornamenti in merito dalla Germania.

VOLANTINI - Qui di seguito contenuti e siti internet dei volantini che ho raccattato oggi.
*
Ridurre le spese militari, più risorse per le politiche sociali (to be clicked, like others)
* Rete 28 aprile. No alla precarietà, Sì ai diritti
* Contro la precarietà e la finanziaria nessun 'governo amico' (
apugnochiuso@yahoo.it)
* Contro la precarietà del lavoro: opposizione di classe al governo Prodi
* Battaglia comunista.
1997, pacchetto Treu (Prodi, D'Alema, Bertinotti: legalizzano le agenzie interinali), 2004 Legge Biagi (Berlusconi, Fini e Bossi: aboliscono il posto fisso). In entrambi i casi Montezemolo e Confindustria ringraziano e i sindacati tacciono. Questo me l'ha dato un precario che scadrà il 7 dicembre.
* Per la precarietà il tempo è scaduto! E tu quando scadi? Bollettino di inchiesta

6 commenti:

Dichtung ha detto...

Lavoratori con contratto di lavoro temporaneo ce ne sono anche qui e, stando ad Eurostat, più che in Italia (14.2% contro 12.3% nella prima tabella del documento scaricabile tramite l’astruso link http://epp.eurostat.ec.europa.eu/pls/portal/docs/PAGE/PGP_PRD_CAT_PREREL/PGE_CAT_PREREL_YEAR_2006/PGE_CAT_PREREL_YEAR_2006_MONTH_09/3-11092006-EN-AP.PDF).
La vera differenza, mi sento di dire, sta nello stato sociale che, benché radicalmente riformato negli ultimi anni allo scopo di sanare la finanza pubblica, resta stato sociale. Tra indennità di disoccupazione (Arbeitslosengeld) e successivi sussidio di disoccupazione (Arbeitslosenhilfe) e sussidio sociale (Sozialhilfe), c’è di che campare. Nel mio piccolo, in Italia ho sperimentato due contratti di (poca) formazione e (molto) lavoro, seguiti dall’esperienza di libero (de che?) professionista con partita IVA, mentre la Germania mi ha concesso l’opportunità di ottenere un unbefristeter Arbeitsvertrag (scusa, ma il tedesco qui era d’obbligo perché nel vocabolario della mia madrelingua la voce “contratto di lavoro a tempo indeterminato” è assente).

Dichtung ha detto...

Mi pare di capire che mastichi un po' di tedesco. In questo caso, ti segnalo un articolo, apparso su quella che io amo chiamare la "Gazzetta del Mezzogiorno" tedesca, dal titolo: Lavorare in Italia - La favola dell'inoperosità - Meno soldi, ricerca di lavoro difficile, dura vita quotidiana, chi vuole lavorare in Italia deve innanzi tutto liberarsi di alcuni luoghi comuni:http://www.sueddeutsche.de/jobkarriere/berufstudium/schwerpunkt/19/11008/index.html/jobkarriere/erfolggeld/artikel/587/90497/article.html

utente anonimo ha detto...

Porc zozz, non riesco a selezionare i link e a copiarli per poi metterli nella barra di navigazione! (il tedesco lo mastichicchio, ma per districarmi in un articolo mi devo proprio mettere di impegno. vedrò di farlo comunque)

Dichtung ha detto...

Te li ho ricopiati in una e-mail spedita al tuo indirizzo @yahoo.it

utente anonimo ha detto...

...e credo di sentirmi
precaria e felice,
precaria e felice...

Il tuo pubblico ti augura questo!

Taxi driver

lucicosmo ha detto...

Che bello avere un pubblico così beneaugurante!