venerdì 10 novembre 2006

Scalzi

Scrivo inginocchiata
come una carmelitana scalza
perché scalzi si vedono meglio le cose.
Lo diceva quest'estate anche Sadori,
grande pescatore di S.Lucia Siniscola,
Sardegna.
Certo, un po' le ginocchia adesso duolgono
e mi scappa anche la pipì,
però non vorrei incontrare il guerriero di carta igienica
nel corridoio e allora mi contraggo e stringo tutto
anche perché, mentre contraggo e stringo e mi consumo
le ginocchia nel dolore,
sento che il cesso si carica e si scarica con la
rapidità di un autobus romano.
Ma chesta-addì-questa? 
PS: pipì espletata

4 commenti:

Dichtung ha detto...

Rintracciare questo passaggio, che il tuo testo ha dissepolto dalla mia mente, mi è costato non pochi sforzi: “Ieri sera, subito prima di andare a letto, mi sono trovata improvvisamente in ginocchio nel mezzo di questa grande stanza, tra le sedie di acciaio sulla stuoia chiara. Un gesto spontaneo: spinta a terra da qualcosa che era più forte di me. Tempo fa mi ero detta: mi esercito nell’inginocchiarmi. Esitavo ancora troppo davanti a questo gesto che è così intimo come i gesti d’amore.”
Etty Hillesum, Diario

lucicosmo ha detto...

Ti bacio in fronte. Etty Hillesum è qui dietro a me, che mi guarda. E ovviamente dentro, profondamente.

Dichtung ha detto...

Grazie per il bacio, che contraccambio con lieve imbarazzo sotto lo sguardo della bellissima osservatrice che ti sei scelta (spero che la foto sia quella con la sigaretta).

lucicosmo ha detto...

Sì, è l'unica in circolazione. Tutto il poster ricorda la manifestazione dedicata ad Etty dalle Biblioteche di Roma nel 2002, un anno prima che decidessi di trasferirmi nella capitale.