domenica 3 dicembre 2006

Efforzaitalia

C'era veramente mezza Italia. Anzi tutta Italia.
L'Italia che parla toscano, umbro, calabrese, siciliano, lucano, campano, emiliano, avellinese stretto, foggiano spinto, barese secco, salentinu te lu core meu, veneto del'ostrega, bergamasco, cuneese, trentino. Mancavano solo i cani e i dreadlocks, e per il resto c'erano tutti. Come in una colossale sagra paesana: stesso spirito, stesse facce un po' paonazze, semplici e persino buone. Questa è l'Italia che oggi ha intasato la metroA e la stazione Anagnina, dove hanno parcheggiato i più di 4000 pullman provenienti soltanto dal sud. Gente che ha la stessa faccia dei miei vicini di casa, e dei tanti vecchi incontrati quest'estate girando nei bar di paese. Gente disarmantemente normale. Gente disarmantemente italiana. Con quella faccia un po' così che ci rende riconoscibili all'estero. Gente che ai cortei della pace non avevo mai visto. E nella quale non mi riconosco ma riconosco rappresentativa del mio Paese. Mi viene in mente Gaber: Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono. A guardare queste facce anch'io non mi sento italiana, ma per fortuna o purtroppo lo sono. Ma tutta questa Italia travestita di tricolore (una anche 'mummificata' sotto uno strato di bandiere di Forza Italia) non me l'aspettavo oggi, e mi viene da dire, come la signora che guarda inebetita lo sciame umano in via Petroselli, che "sono troppi". Troppi per essere ignorati. Troppi perché la sinistra non sia costretta a fare una riflessione, un'autocritica, qualcosa di sinistrico. Anzi, di sinistro.

6 commenti:

eufemismo ha detto...

mhmhm.
me è d'accordo.

utente anonimo ha detto...

Anche con Mussolini e Hitler, le piazze si riempivano.
La propaganda può fare questo e altro.
Oggi come allora, la gente va in piazza e non sa perché. "Contro le tasse", dicono. Ma hanno forse letto una riga della finanziaria?

Manifestazioni come quelle di domenica scorsa, solo una cosa devono farci capire: quanto siano ignoranti gli italiani. Il popolo più miserabile e la borghesia più ignorante d'Europa, come aveva detto Pasolini.

lucicosmo ha detto...

Concordo. L'unica cosa è che la manifestazione si è svolta sabato. Giusto così, per dovere di cronaca.

Dichtung ha detto...

Non concordo del tutto. Mi sembra di leggere tra le righe che in piazza o non ci si debba andare o ci possa andare solo gente consapevole e preparata. L'altra metà del paese va lasciata manifestare e va piuttosto combattuta sul piano culturale, quotidianamente. E' un compito improbo: l'altra metà di oggi, infatti, non solo è una realtà italiana ineliminabile, ma è stata spesso netta maggioranza, sia negli anni che De Felice ha definito del consenso sia negli anni dello strapotere democristiano.

Dichtung ha detto...

Se proprio bisogna citare PPP, ricordo che non se la prendeva solo con i gerarchi DC allora al potere, ma anche e soprattutto con la maggioranza piccolo borghese:"Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. [...] Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogans mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l’aratro rispetto a un trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre". Non mi pare che la civiltà dei consumi e la televisione abbiano scalfito, lacerato, violato e bruttato solo quelli di destra. E' una questione culturale, del tutto trasversale a destra e sinistra, con cui bisogna fare i conti.

lucicosmo ha detto...

Però è innegabile che molte delle persone scese in piazza l'altro giorno l'hanno fatto in omaggio ad un 'duce' e non ad una reale e profonda convinzione (stesso discorso si potrebbe fare per certe manifestazioni di sinistra, è evidente). Poi è vero: l'utente anonimo fa di tutta l'erba un fascio, e mai come in questo caso il proverbio si adatta alla circostanza.