martedì 5 dicembre 2006

Questa mattina mi son svegliata

che stavo facendo un sogno molto rilassante ma impegnativo al tempo stesso. Un sogno che richiedeva la mia partecipazione attiva. Facevo il cinema, lo facevo materialmente perché reggevo un affaretto  - una specie di specchio o lente di ingrandimento - attraverso il quale passavo immagini con il processo delle ombre cinesi, e come uscendo da frullatore di pasta, sul muro si riproducevano storie in bianco e nero. (qua potrebbe partire Carmen Consoli 'In bianco e nero', ma non c'entra con la storia). La sveglia brutale delle 7 ha interrotto l'azione del frullatore cinematografico.

Se i sogni son desideri, questo che desiderio era? Credo di produrre storie con naturalezza, senza sforzi sconnessi, stando ferma e guardando scorrere su uno schermo i miei ostacoli del cuore. (Qua parte Elisa, e poi a seguire anche il Liga. Finale un po' fricchettone in effetti, non avevo niente di meglio tra le mani; saranno le 3 ore di colloquio genitori più due ore di scuola la mattina, più un'ora di lavoro sul giornalino scolastico più altre due ore di corso serale che mi attendono tra pochissimo; poi uno dice 18 ore, ma quali 18, saranno almeno il doppio ridendo e scherzando, e molto più spesso lagnando)

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