giovedì 18 gennaio 2007

Diario del professore
"Scusi professoressa, ma lei lo tiene un diario?".
Sì, soprattutto nei momenti bui.


E continuiamo a chiamarle scuole. Ma perché? La mia è un Paese dei Balocchi. Entro e metà classe deve giocare la partita di calcio giù in cortile, c'è scritto sul registro, e il resto? "Professorè, nun se fa lezione, annamo asseguì la partita!" Occhi sereni, beati loro, epperò l'insegnante ieri ha trascorso l'intera giornata a correggere e a sudare e a smadonnare sui compiti di italiano e vorrebbe almeno consegnarli e far notare gli errori. Orrori. Fisso negli occhi uno studente. "Professorè checcià lo strabbismo di Venere?". Oddìo ma qual è lo strabismo di Venere? Gli punto negli occhi uno sguardo volutamente strabico ma quello mi fa: "No, lo strabbismo de Venere è quando uno c'ha un occhio più chiaro dell'altro" (tipo David Bowie, mi viene in mente adesso). Improvvisamente mi sento non solo fuori luogo, stanca di guerra, incapace di insegnamento e di ordinamento, ma anche strabica. E in fondo, ma proprio in fondo, anche un po' Venere. Una Venere strabica.

Via, seduti ognuno al proprio banco (operazione di grave difficoltà visto il ribollimento da partita di calcio). Cerco di fare l'aria seria per dire che i compiti erano davvero brutti (in quel momento mi viene solo questo stupido aggettivo) e che i voti sono compresi tra il 2 e il 5. Proteste, mormorii. "Sa com'è la storia professorè? Lei è da liceo scientifico, noi nun c'avemo voja de fa niente ma lei va bene così". In quel momento ci vorrebbe il registratorino perché la frase non era proprio così. In ogni caso la prof risponde: "Ma voi avete gli stessi diritti dei ragazzi che vanno allo scientifico". Risposta puntuale: "Ma noi nun li volemo i stessi diritti!". Questa è una notizia. In una società che rivendica diritti ad ogni piè sospinto, c'è qualcuno che questi diritti li respinge. This is a piece of news!


Inizio le consegne nel caos, mentre quelli della partita di calcio ritornano. Partita rimandata alla prossima ora. Bene, così adesso si lavora. Il delirio è nell'aria (ola tra i banchi, zaini volanti, ragazzo che 'si appende' all'appendiabiti simulando una sorta di impiccagione con il cappuccio: scena di una certa comicità, lo ammetto) ma cerco di mantenermi calma finché non si verif
ica lo svuotamento semitotale della clase. Perché scocca l'ora della partita e alcuni seguono i compagni. "Professorè, lei sarebbe la prima professoressa in tre anni che non ci fa andare a seguire la partita!". Una parte della classe, comunque, decide che rimane in aula. Anche perché ampiamente munita di carte da gioco (napoletane). C'è solo uno studente straniero che mi dà un po' di soddisfazione, e con lui inizio a sviscerare tutta la filosofia del racconto di 'Palomar' in cui il signor P. si perde nell'osservazione delle giraffe, nei cui movimenti disarmonici ritrova la stessa disarmonia che lo abita. Alta concettualità calviniana, di quelle che danno il capogiro agli insegnanti, e il prurito agli studenti. "Ma questo nun c'aveva de meglio da fa' che gguardà le ggiraffe", è il commento medio.

Eppure la prof. infierisce, cioè si siede accanto ai giocatori di carte con i suoi bravi compitini corretti e non molla la presa. "Scusi, prof, due minuti". E già perché tocca a lui buttare la carta, e per il compito c'è sempre tempo, per una giocata no. Vedi qui: inizi con il presente, passi all'imperfetto e concludi con il passato remoto. Come si può cambiare 3 tempi in una frase? Vabbè professorè, ma nun c'era molto tempo. Vabbè. Vabbè. Evvassemprebbene. "Tanto a lei glielo danno comunque lo stipendio, pure se noi non lavoriamo". L'affermazione è incontrovertibile, ma rispondo che potrei anche non fare questo mestiere e se continuo a farlo non è solo per lo stipendio. Ma forse è meglio il silenzio di cui parla l'altro racconto di 'Palomar' sul quale hanno fatto il compito. Però neanche Calvino era in fondo così convinto che il silenzio fosse meglio di tante parole. Con la scuola se non altro a un certo punto suona la campana. E ti toglie da ogni impiccio.

5 commenti:

zop ha detto...

le avventure scolastiche dei professori sono anche più spassose di quelle degli studenti!
;)

Dichtung ha detto...

I ragazzi hanno il diritto ad essere felici (non credo rinuncino anche a questo elementare diritto) e tu, se vuoi, hai solo due opzioni per renderli tali: puoi ridurli allo stato primitivo o puoi distrarli con attività ed azione. Tutto il resto purtroppo intristisce irrimediabilmente.

P.S. Serata dall'umore zibaldonesco, colpa dell'uragano Kyrill che mi costringe a casa.

lucicosmo ha detto...

Mi sa che hai ragione, la settimana scorsa ero riuscita a catturare un po' di attenzione recitando l'inizio delle 'Notti bianche' in russo e facendo un po' di teatro. Attenzione desta e occhi abbastanza vivaci.
PS: ma Kyrill come si presenta?

Dichtung ha detto...

Peggio di quanto pensassi (confidavo nelle mie esperienze con la bora): popolazione caldamente invitata a restare a casa, voli cancellati, treni a lunga percorrenza cancellati, scuole chiuse, alcune autostrade chiuse, allagamenti, molti feriti e (pare) 16 morti.

Dichtung ha detto...

Più correttamente, Kyrill si presenta sotto forma di pioggia sferzante con raffiche di vento veramente potentissime.