lunedì 22 gennaio 2007

In ricordo dell’Abbé Pierre


Leggo che è morto l’Abbé Pierre. Aveva 94 anni e credo parecchia santità accumulata. Le santità che piacciono a me. Non quelle conclamate, ovvie, da curva da stadio e ‘santo subito’. Quelle critiche, coraggiose, controcorrente, e forse anche un po’ tormentate.
Vorrei ricordare l’Abbé Pierre per quello che era stato pubblicato ad ottobre del 2005 sulla prima pagina dei nostri quotidiani. Taglio basso: ‘L’Abbé Pierre ha avuto rapporti sessuali con le donne’, o una cosa simile. Scandalo. Nei giorni dopo le dichiarazioni di alti prelati sull’orlo della scomunica o del ‘sollevamento pesi’ inteso come togliere peso al notizione gettando discredito sulla figura dello stesso Pierre.
Leggendo l’articolo all’interno, in realtà, si trovava scritta una cosa assai semplice e, direi, parte di un comune patrimonio di esperienze: il rapporto sessuale non soddisfa mai totalmente, non è un’esperienza che, da sola, conferisce pienezza ad una relazione.


L’Abbé Pierre ne poteva parlare a ragion veduta, come molti altri preti, suore, single e sposati potrebbero fare visto che, prima del nostro status civile e sociale, c’è l’uomo o la donna con la propria umanità e la propria vita vissuta. Però negli ultimi tempi abbiamo imboccato la pericolosa strada della superficialità dilagante, delle posizioni prese perché così vuole un certo diktat imposto non si sa bene da chi, del perbenismo travestito da cattolicesimo convinto. E allora un prete che dice di avere avuto relazioni intime con le donne sembra la notizia giusta per far abboccare all’amo del sensazionalismo i lettori stanchi delle solite beghe politiche italiane. Tanto si sa che non c’è tempo per approfondire, non c’è tempo per andare oltre.
E invece questo tempo c’è. Basta reclamarlo, chiederlo, cercarlo. Per esempio per leggere questo articolo (da metà circa) in cui la posizione di questa grande figura del Novecento viene spiegata a voce bassa e con calma.

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