martedì 16 gennaio 2007

Lettera aperta al Papa

Caro Santo Padre,
è un po' di tempo che vorrei scriverle, così approfitto di questo strumento pubblico ma anche nascosto (oddìo, batta un colpo se per caso legge Lecosmeticomiche, che questa sarebbe davvero una notizia) per rivolgermi a lei. Al telegiornale di oggi hanno detto che le violenze che si consumano all'interno delle famiglie generano crimini superiori a quelli della criminalità organizzata. Ora non ho le cifre alla mano, né la notizia di prima mano, però il servizio mi ha colpito e credo di aver sentito bene anche se stavo cucinando. Ho rallentato nel mio normale ritmo di scrittura perché l'argomento è delicato, fragile, e anche molto triste. Quello che vedo ogni giorno a scuola (ragazzi ad alto tasso di tristezza, disinteresse, demotivazione, indifferenza, oltre che violenza, aggressività, 'follia' nel senso più ampio del termine) mi rimanda ad un mondo oscuro, che non conosco e che spesso viene definito con l'aggettivo di 'inquietante'.

In molti casi si tratta di veri e propri disastri familiari, collassi completi delle relazioni prima di tutto tra gli stessi genitori e poi tra genitori e figli. Chi ha vissuto la violenza all'interno delle mura domestiche porta con sè un disagio che è impossibile da cogliere se uno, per speciale fortuna o grazia, non ha mai fatto questa esperienza. Mancano le parole per esprimere quel buio, quella sacca di orrore che rimarrà per sempre incisa nel cuore. Tutto questo si consuma nella famiglia, in quel nucleo di persone che lei continua a difendere come cellula fondamentale della società, ma che, proprio in quanto parte di questa società, non è immune dalla follia che ci circonda. Per questo motivo vorrei invitarla a riflettere sul fatto che, di fronte al sorgere di nuove tipologie di unioni (Pacs, coppie di fatto, unioni omosessuali ecc.), il punto fondamentale non mi sembra quello di arroccarsi sulla difesa dell'istituzione della famiglia come oasi del paradiso terrestre che verrebbe minacciata da queste nuove famiglie anomale. Il punto vero è che non c'è più amore. Noi siamo orfani di amore, e la Chiesa, nonostante la sua bella enciclica in materia, non sembra essere in grado di mostrare agli uomini questo amore. Non esercita attrattiva, non diffonde il messaggio scandaloso di un amore che supera i pregiudizi, le norme costituite, la Legge messa in crisi da Gesù in ogni parabola che si rispetti.

Come cattolica rimango davvero ogni volta delusa e stupita, gentile Santo Padre, che la Chiesa riesca a pronunciarsi solo, o almeno così tanto e così spesso, su questioni morali. Il messaggio cristiano è rivoluzionario non perché difende famiglie, istituzioni e gruppi di persone, ma perché richiama a verità e valori essenziali, senza i quali ci manca il respiro, come diceva Lina Sastri domenica a teatro. E senza respiro si muore. L'indescrivibile tragedia di Erba è nata all'interno di una famiglia, come molte altre che che non fanno notizia. Ancora una volta: non si può 'sacralizzare' preventivamente un'istituzione umana solo perché la più classica e naturale. Esperienze, famiglie, storie di vita vissuta dimostrano che non basta sposarsi in Chiesa o in Comune con certificato di garanzia per costruire pace e armonia fuori e dentro la famiglia. Per questo mi piacerebbe dirle: abbia meno timore di due persone dello stesso sesso che si vogliono bene e vigili di più sulle coppie che si sposano e mettono al mondo figli. E infine un grande desiderio: che la Chiesa, finalmente, si spogli di tutto ciò che non è strettamente evangelico e si riconverta davvero al messaggio di Cristo, sul quale è fondata.

9 commenti:

Dichtung ha detto...

Lieber Heiliger Vater,

sollten Sie Lucias Blog tatsächlich lesen, möchte ich Sie an eine einzige These erinnern.
1-61 omissis
62. Der wahre Schatz der Kirche ist das allerheiligste Evangelium von der Herrlichkeit und Gnade Gottes (Il vero tesoro della Chiesa è il santissimo Vangelo della gloria e della grazia di Dio).
63-95 omissis

Non per fede, ma per amicizia.

lucicosmo ha detto...

Secondo me ti risponde. Tschuss!

lucicosmo ha detto...

Però scusa, Dichtung, come la mettiamo con gli omissis?

Dichtung ha detto...

La mettiamo così: gli omissis servono ad inquadrare autore ed opera del connazionale più ostico a Benedikt der Sechzehnte. Lui capirà.

lucicosmo ha detto...

Centile zignorina,
zi faccia li affari zuoi,
e non fenga a dire a me cosa defe fare la chiesa, coinfolgento pure suoi adepti in traduzioni improprie di messacci inzulzi.
Tschuss (non ho tasto per tieresi),
Benedikt

Dichtung ha detto...

Tutto ferosimile a parte la qvalifica di inzulzaggine, che Benedikt non attribuirebbe mai a Luther.
Capisco che in Vaticano manca la tastiera tetesca, ma la Umlaut si può sostituire aggiungendo una e alla focale in qvestione (ue, oe, ae).
Zum Beispiel: Tschuess!

lucicosmo ha detto...

Ma lo sai che oggi qualcuno alla radio ha detto che Kyrill si è abbattuto sulla 'Dieta dove Lutero appese le sue tesi'? Ora, come può un uragano abbattersi contro una Dieta?

Dichtung ha detto...

Ach so! (da leggersi con una o interminabile: così in tedesco si esprime stupore, che a dire il vero qui è solo simulato). La tua osservazione è ovviamente corretta: si tratta in realtà dei danni subiti dalla chiesa del castello (Schlosskirche) di Wittenberg, alla cui porta Lutero affisse le tesi. La Dieta imperiale dovrebbe essersi svolta a Worms.
Spero la colpevole non sia stata Radio 2.

utente anonimo ha detto...

Sono di passaggio, ma a questo punto credo che andro' a scrivere una lettera al Papa, come dicono in quel di Livorno!