mercoledì 21 febbraio 2007

La strada che non porta da nessuna parte

Ci sono giorni in cui la prof entra in classe con spirito democratico ed ecumenico.
Allora ragazzi, tra questi tre titoli quale preferite?
'La strada che non portava da nessuna parte'.
Ok (ieri avevo la sindrome da Mike Bongiorno: tragedia totale, ok ripetuto circa 6 volte), vada per questo racconto.
Parte la lettura, che nel corso serale popolato da stranieri non è mai una lettura 'normale' nel senso che bisogna fermarsi per spiegare cose tipo 'senza esitazione', 'ostinato', 'pozzanghera', 'buche', 'fanale', 'imboccare', 'fata', 'cancello', 'soglia', e insomma tante belle fermate che mettono a dura prova la pazienza
della prof già spazientita di suo.

Si conclude la lettura del racconto di Rodari che c'ha sempre la morale, come ogni favola che si rispetti. E ammetto che ogni tanto la morale è carina, ogni tanto uno dice 'embè'? Ecco, 'embè' ieri l'avrà ripetuto una quindicina di volte lo studente della Costa d'Avorio. Gran bel duetto: io con 'ok', lui con 'embè?'. Potevamo andare avanti a lungo e non so come mai ad un certo punto ci siamo interrotti. Direi che ci siamo interrotti perché questa strada non portava davvero da nessuna parte, e anche le morali delle favole sono a volte questioni culturali, esistenziali, caratteriali, cambiano come cambia la latitudine per cui a me la 'strada misteriosa' battuta per la prima volta da Martino Testadura sembra dica tanto a tutti i battitori di strade nuove, ma per qualcun altro questa strada può essere davvero solo un grosso punto interrogativo. Embè?

2 commenti:

utente anonimo ha detto...

luciaaaa, io continuo a leggerti e sono sempre a rm - seppur ancora semi-disoccupata! quand'è che ci rivediamo? ti avverto però, qsto weekend torno nella terra natìa.
keep in touch,
vanessa

Dichtung ha detto...

Nooooooooooooooooo!*§*****°&%/UH(())(/&&%$£$"!"*****!!!