martedì 6 marzo 2007

Afghanistan

Lo studente afgano non si capacita che quello della Costa d'Avorio non riesca neppure a pronunciare la parola 'Afghanistan'. Poi la pronuncia lui, e mette in quello 'stan' finale una specie di magia oscura, un suono diminuito, bellissimo, da Mille e una notte. I suoni delle lingue raccontano molto dei Paesi stranieri, forse più delle singole parole, per questo ascolterei per ore il ragazzo che parla persiano ed ha un sorriso che apre finestre di primavera. 

Afghanistan: emergenza del momento secondo l'ottica giornalistica che seleziona notizie a uso e consumo dei grandi potentati dell'informazione e di noi cittadini sempre più pigri e viziati. Facciamo un collage di tre articoli pubblicati ieri sulle ultime stragi: due tratti da giornali gratuiti e uno della 'Stampa'. Commento immediato dell'afgano: i primi due sono i giornali per poveri, l'altro è il giornale per ricchi. Per la verità i ricchi leggono anche i giornali per poveri, commento, però sotto sotto non siamo troppo lontani dal vero. Ricchezza e povertà è anche questione di avere o no gli strumenti per uscire indenni da un lungo articolo di giornale, di quelli pubblicati sui quotidiani a pagamento.

In un'ora e mezza riusciamo a decifrare a malapena l'articoletto breve di 'Metro' e qualche riga dell'articolo "per ricchi". Ci soffermiamo su ogni parola: convoglio, bilancio, coinvolti, agguato, imboscata, esplosivo, indiscriminato... Incredibile il lavoro che c'è da fare su ogni parola: incredibile e appassionante. Ogni singola dannata parola che noi diamo per scontata ha bisogno di essere tradotta, spiegata, visualizzata e decifrata né più né meno di un geroglifico.

Finché si arriva alle parole del giornalistichese, o diplomatichese, o non-so-ese. I 'militanti'. Chi sono i militanti? Quelli che caricano di esplosivo i 'minivan'? Quelli che militano in un certo gruppo politico ma quale? Come al solito, non si capisce la "dinamica dell'accaduto" (articolo). Lo studente afgano ha una sua teoria: dice che sono "deficienti pakistani o arabi musulmani" che creano caos nel Paese, poi ci sono gli Americani, e poi i Talebani, che sono cattivissimi. "La politica è un gioco, Americani danno soldi a Talebani, in nostra terra c'è gioielli, tesori, diamanti, petrolio...". The same old story. No need to translate.

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