martedì 6 marzo 2007

Fuga da Scuolatraz

Sono fuggita a gambe levate.
Gli adulti che parlano lo scolastichese misto a psicologhese e burocratichese sono insopportabili. Teoria delle intelligenze multiple, dobbiamo dimostrare nei confronti del soggetto straniero la stessa curiosità dell'antropologo che va alle isole Samoa (ti presento la coinquilina uscente algerina e poi vedi come vai di filato alle isole Samoa),
dare un'impostazione epistemologica all'insegnamento, mettere in relazione, il ruolo del rinforzo...

(Sulla parola rinforzo mi si è palesata nel cervello l'immagine dell'insegnante sosia di Maurizio Nichetti, il quale avrebbe appunto bisogno di un rinforzo capillifero per tenere in sesto il lungo riporto grigio spento che gli conferisce quella inconfondibile aria di mestizia professorale.)

Subiti distrattamente venti minuti di queste che, nella migliore delle ipotesi, sono fregnacce che non serviranno mai ad insegnare italiano agli stranieri, ho abbandonato la scuola affogando la sofferenza in una coppa di gelato cioccolato fondente-crema al limone pannamunita.

Non sono mai stata tanto attaccata alla vita.
  

2 commenti:

utente anonimo ha detto...

Fuga da scuolatraz è superbo, di una comicità sublime. Questo pezzo vale un anno scolastico!

C’è un articolo da leggere sulla Repubblica on line di oggi http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/scuola_e_universita/servizi/profstressati/prof-affaticati/prof-affaticati.html.
Da una ricerca effettuata su un campione di non si sa che, emerge il solito dato allarmante: i prof. sono a rischio, dal cancro alle patologie mentali. Ma la cosa più interessante è che molti prof sono fuori di testa, sono matti. Ad una prima lettura mi viene da dire “E te credo!”, ma poi penso “Meno male! Il dato relativo alla pazzia è confortante. Ci sono più persone coscienti di quanto si possa immaginare!”. Il prof che diventa matto ha capito il senso (per non dire il zenzo) profondo del suo mestiere. I matti sono quelli che non rinunciano alle corde vocali per un po’ di silenzio, sono quelli che sanno trovare altrove il silenzio, se proprio lo desiderano! I matti sono quelli che non fanno e non sanno la teoria della didattica, perché non c’è teoria nella scuola, la scuola è un’officina, si lavora con le mani sporche e la puzza di sudore.
Qualche anno fa, a Nettuno, mi raccontavano di un prof. matto, fuori di testa. I suoi alunni lo amavano. Nelle giornate di sole li portava al mare, li metteva seduti in cerchio sulla spiaggia e lui parlava di storia e di letteratura, e a volte bruciavano dei libri. Questo era il matto!
I generali che ‘scorridoiano’ a passo di marcia con la mandibola tesa sono quelli normali invece.

Sono pronta a firmare per la pazzia e spero che arrivi prima del contratto a tempo indeterminato.

carladeiana

lucicosmo ha detto...

Lo lessi!
Il problema è che la follia degli insegnanti di cui si parla lì è generata proprio da decenni di mandibola tesa (che peraltro ho notato anch'io su di me in questi ultimissimi giorni: arg!)
Non se ne esce.