martedì 17 aprile 2007

Si ricomincia

Dunque è ricominciata la scuola postpasquale, ed è ricominciata alla grande.
Ieri sera con due poesie per parlare di poesia, proposte al principe iraniano e all'ormai glabro ragazzo costadavoriano. 'Ad alcuni piace la poesia', di Wislawa Szymborska e 'Chi sono?' di Aldo Palazzeschi. Imprevedibile e piacevolmente sfiancante spiegare il significato di 'malinconia', 'nostalgia', 'saltimbanco' (= prof che saltella a destra e a manca come una scimmia), nonché ridere insieme sul mondo paradossale di una poetessa felice del suo non-sapere. In particolare lo studente africano non riesce proprio a capacitarsi di questo non-so sbandierato dalla Szymborska come unica certezza di vita. Ogni tanto bisognerebbe ricordarsi che c'è un mondo beato delle sue certezze matematiche, ed è simpatico verificarne il buono stato di salute in un'aula scolastica.

Stamattina, tutt'altra aria. La prof di inglese in aula insegnanti dice che, tempo qualche anno, e anche noi ci ritroveremo con stragi collegiali all'americana. Il bidello sotto è convinto che "qua ce sta già la Camboggggia", dunque in fondo non manca poi tanto. Sono molto curiosa di sentire la ricerca su Hitler fatta dallo studente della mia classe sul librettino con pagine bianche dal titolo 'I racconti del salame', e allo stesso tempo temo il Grande Casino delle ultime due ore del giovedì. Al solo pensiero mi vengono i brividi, e niente, nemmeno tre fette di pinza con la nutella, riescono ad addolcire tale incubo preventivo.


Domenica ho finito di leggere 'Ehi prof!', di F.McCourt (ed.Adelphi, 2006). Lettura molto istruttiva e divertente, dimostrazione di come, alla fin fine, valga dappertutto il principio: cerca di capire quello che ti piace fare e fallo. Con il tuo linguaggio, con il tuo stile, con i tuoi limiti e le tue ricchezze. Se il prof è lui il primo ad essere annoiato, impossibile uscirne vivi da un'aula di soli ragazzi maschi adolescenti che sognano di diventare meccanici e/o idraulici.

Dopodiché non so in quale file salvare l'oasi di dialogo di oggi con il prof napoletano filosofo. Prende il treno ogni giorno da Napoli alle 5.30 per arrivare a scuola alle 9, ma d'altra parte qui a Roma c'erano più possibilità. Mi chiede cos'è per me l'amore e com'è che, in fondo, sono felice. Poi mi offre una sua considerazione dal treno: "Il mare distrugge la terra ogni giorno, eppure non litigano; tra esseri umani basta un minimo screzio e si accendono le battaglie". Prof, io me lo scrivo. Come Troisi. E grazie. PS: Non è che può venire in classe con me giovedì tra la VI e la VII ora che così la vede più da vicino la battaglia?

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