martedì 13 novembre 2007

Pulviscolo aviario

Siete pulviscolo infinitesimale,
carissimi e adorabili uccelli impazziti che create nuvole cangianti nel cielo autunnale di Roma.
Sapete che vi ha cantati Calvino in Palomar, e sapete anche che ogni anno lo scrivo in questo blog, come a voler celebrare il compleanno di un uomo che mi sta a cuore attraverso la citazione di creature alate.
Ma è impossibile non dedicarvi almeno una riga,
anzi con queste righe dovrei creare futuristicamente lo stesso gioco di
grigio-nero-fumo-esisto-non-esisto
che voi naturalmente componete sulle nostre teste quando è l'ora del tramonto
e ai naviganti intenerisce il core
ed io mi incanto a guardarvi,
sono capace persino di andare a sbattere o di fermarmi di scatto
in mezzo alla strada con il naso all'insù
e vorrei convincere tutti a fare la stessa cosa perché è
impossibile rimanere col broncio e la testa bassa quando
sopra c'è una simile cerimonia danzante,
che ha tutte le caratteristiche delle Lezioni americane dell'uomo che vi ha celebrati per primo:
rapidità, molteplicità, visibilità, leggerezza, esattezza.
Siete precisamente così: rapidi, molteplici, visibili, leggeri ed esatti,
miracolosamente esatti nei vostri movimenti, come se obbediste alla bacchetta di un direttore d'orchesta,
tutti d'accordo nel precipitarvi in picchiata su un platano del Lungotevere per poi decidere di virare all'ultimo secondo e ripartire, senza esitazioni.
Da lontano potreste sembrare anche piaghe bibliche,
torme di locuste in volo per colpire chissà quale follìa umana,
avreste solo l'imbarazzo della scelta,
per la verità, 
sembra che Roma e l'Italia tutta stia diventando un branco di ladri ed assassini, 
personalmente non ci credo
e mi auguro quindi che voi siate semplicemente
creature leggiadre, stornelli viaggiatori amanti degli alberi davanti alla stazione Termini,
che scacazzeranno pure, come ricordano i soliti malpensanti,
ma rallegrate comunque i cieli di questo autunno-inverno assai più dei nostri tg.
 

2 commenti:

pigralentezza ha detto...

meravigliose danze degli storni... incanto e magia dei cieli romani... come nelle parole e nei pensieri del mio adorato singor Palomar.

lucia, grazie per averne parlato, è sempre meno frequente riuscire ad alzare gli occhi al cielo ed emozionarsi nell'osservare quel che accade.
pensa che qui dalle mei parti bisogna camminare con lo sguardo fisso al marciapiede per non calpestare le cacche dei cani di quei "signori parioli" che non si degnano di raccoglierle con apposita paletta...
ma che ci vuoi fare? pure quelle si dice portino fortuna... allora, da oggi, uno sguardo giù ed uno in su...

p.s. manuel presti ha ricevuto prestigiosi premi con le foto scattate agli storni romani ed ha pubblicato un volume dal titolo "algebra volante", fantastico, no? se ti interessa eccoti il link
http://www.wildlifephoto-presti.com/Algebra%20Volante.htm

lucicosmo ha detto...

Bello! Grazie!