mercoledì 2 gennaio 2008

Duemilaotto

Dicono che quello che fai il primo dell’anno lo fai poi tutto l’anno.
Bisognerebbe specificare da quale momento del primo dell’anno:
se subito dopo la mezzanotte, nel buio illuminato dai fuochi,
o alla luce del primo gennaio che ha trovato la forza di sbocciare
dalla notte.
Sia nell’uno che nell’altro caso sento di essere stata avvolta da segni profetici
per cui sono certa che tutto l’anno troverò un bagno accogliente,
una macchina da guidare, il pianoforte di Giovanni Allevi e forse anche il mio,
tre amiche e un cane impaurito da salvare.

Tutto l’anno troverò un posto al sole,
anche nel gelo delle brume nordiche,
un posticino caldo dove stendermi e godermi un raggio
che scalda la pelle e l’anima.
Tutto l’anno rivedrò la mia famiglia,
atipica come un contratto di lavoro,
tutto l’anno indosserò cappelli canini in testa
e magari anche una scarpa solitaria con il tacco a spillo,
abbandonata esattamente come la zampa di gallina
ma non sul lungomare di Ostia bensì
ad Opicina, Trieste, a pochi passi da un confine che non c’è più
e per questo squilibra ancor di più.

Tutto l’anno, infine,
sarò felice a sprazzi,
come lo zucchero a velo
sul pandoro
che però il primo gennaio non ho visto nemmeno di sfuggita,
di certo a causa dello sciopero dei Tir di qualche settimana fa.
Ecco, se magari il prossimo anno posso evitare
lo scaricabarile di responsabilità su qualcun altro,
mi pare che potrei essere persino più felice e lieve
dello zucchero a velo.

Auguri a tutti e…
tranquilli, non ho ammazzato nessun Babbo Natale!

1 commento:

beppeperditempo ha detto...

Cara Lucia,
ricambio gli auguri e mi dispiaccio che non ci abbia liberati da qualche cialtrone.
Ho tanta speranza in te e natale è vicino, meno di 12 mesi!!!