lunedì 13 ottobre 2008

La classe non è acqua

Forse siamo davvero vicini alla rivoluzione. Se anche la ragazza aspirante carmelitana scalza normalmente mite - seppure sempre con un fuoco dentro affiorante come ogni spirito mistico che si rispetti - manifesta indignazione e parla apertamente di 'dittatura', allora prepariamoci. La ragazza aspirante carmelitana è un'insegnante elementare (non di religione) che con la storia del maestro unico rischia il posto di lavoro come altri suoi 150mila colleghi, è molto arrabbiata con la Chiesa perché dice che non si sta opponendo per niente al disegno chiaro di destrutturare totalmente la scuola pubblica a favore delle scuole private ed infine sostiene che dietro al ghigno di Berlusconi c'è chiaramente lo zampino del diavolo. Anche se questa non è un'affermazione immediatamente verificabile da tutti, mi piace pensare che i monaci (o futuri tali) possano guidare anche da noi un nuovo movimento rivoluzionario in un momento in cui la sola parola 'morale' appare a molti un inutile neologismo preso in prestito dal pianeta Marte.

Ancora scuola. Non so se consigliare al ministro Gelmini di andare a vedere La classe entre les murs, vincitore della Palma d'Oro a Cannes. Ho qualche dubbio perché non sono certa che l'avvocato potrebbe cogliere l'importanza e il valore del documento in quanto tale, senza poi trasformarlo in qualche slogan o affermazione aziendalese del tipo "la scuola ha bisogno di un grande sforzo innovatore e il coraggio di tutti per farla funzionare" (L'Unità, 10.10.08, p.9). 
La visione del film richiede un pomeriggio tranquillo, possibilmente domenicale, perché, come è stato già scritto, non è semplicemente un film ma un'esperienza ed entrare in una classe di ragazzi 'difficili' alle 8 di sera dopo una giornata di lavoro non è propriamente una passeggiata rilassante. Dunque, nota speciale per gli insegnanti, non andatelo a vedere dopo cinque ore di scuola stressante. Lavoro di squadra, dignità della professione e passione educativa all'interno di edifici integri e non degradati: mi ha colpito questo al di là della classe in quanto tale, rispetto alla quale molte delle nostre aule sono giungle/zoo inimitabili dai cugini francesi.


E ancora scuola. Oggi pomeriggio sit-in di un piccolo gruppo di insegnanti davanti al Senato, nella piccola viuzza che normalmente è appannaggio dei lettori di tarocchi. Una maestra alla fine intona anche lo stornello romano 'Fatece-largo-che-passamo-noi' ecc., con vaga declinazione scolastica. Sciopero anticipato dal 30 al 17 ottobre. Magari senza stornelli è meglio. La classe non è acqua.

1 commento:

ilGufoRosso ha detto...

Carissima Lucy,
la tua esperienza militante nell'insegnamento e nella comunicazione ci fa capire una volta di più che -dopo tanti decenni di cattiva e disordinata amministrazione (anche) nella scuola- non è che ora arriva la Castigamatti di turno e risolve brillantemente i problemi con precisi tagli che dividano il bene (la semplificazione) dal male (la complicazione così cara all'intellettualità di sinistra). Non ce la siamo inventatat noi la complessità che ci accompagna nei nostri giorni. E quindi non c'è nessuna "ora d'aria" da terminare per rientrare nel recinto delle granitiche convinzioni. E' scomodo affrontare i dubbi e le difficoltà (scegliendo però in tempi ragionevoli, sennò ci dicono che mentiamo) ma è inevitabile per evitare che paghi il conto finale dell'inefficienza solo una parte. La più debole.
Il Gufo
carlo.lapegna@alice.it