sabato 4 aprile 2009

"E' la pioggia che va...

E ritorna il serenooo" (Shel Shapiro, The Rokes, 1967).
Caro Shel, inizialmente non sapevo che fossi tu ma mi sei piaciuto oggi alla manifestazione della CGIL qui a Roma. Vedo una chioma folta bianco grigia che intona 'California dreaming' e un po', lo confesso, sulle prime ho provato una certa qual tristezza assieme al pensiero "Dunque è proprio vero che siamo un Paese per vecchi". Parlate di futuro (lo slogan della manifestazione era 'Futuro sì, indietro no') e ci proponete 'California dreaming'? Arriva poi 'Ma che colpa abbiamo noi', e a quel punto chiedo a una signora di illuminarmi sull'identità del cantante imbiancato ma simpatico perché il tema della colpa è sempre attuale.

E applaudo, e visto che ci sono canto anche se non è musica della mia generazione. Ma forse è meglio così, mi sa che da alcuni vecchi abbiamo parecchio da imparare, a tal punto che mi vien voglia di segnarle un paio di frasi: "Una volta si diceva noi, adesso io... (applausi della signora vicino) Questo è un momento di fragilità etica, morale, democratica...(applaudo da sola) Una volta ci incazzavamo, adesso tutti zitti (applauso corale)". E via a sollevare gli animi con la musica, che ce n'è sempre bisogno: "E' la pioggia che va...e ritorna il serenooo".

Proprio in quell'istante il sole, per la verità, si oscura, ma è un dettaglio meteorologico che non intacca le migliaia di persone radunate nel Circo Massimo. Tutte le età e le regioni italiche sono rappresentate, ed è sempre un gran bel bagno di folla che ti fa sentire meno solo. Ognuno usa il metodo che gli è più congeniale per proteggersi dal primo sole di primavera romana: le anziane signore che potrebbero essere mie mamme sotto ombrellini da pioggia, una ragazza coprendosi la testa con il libro 'Felicità in questo mondo, percorso di scoperta del Buddhismo'. Forse cerchiamo e abbiamo sempre cercato tutti la stessa cosa, e ritrovarsi assieme per qualche ora tra le rovine della capitale può servire allo scopo. Ma non bisogna adagiarsi. "Il fascismo e la mafia ci comandano", ricorda un ragazzo siculo da un cartello tenuto dietro alle spalle, mentre accasciato per terra riposa un uomo che si presenta così: "Sono 33 anni che faccio cessi, più che usurato mi sento esaurito".

Tra la folla scorgo anche due signore sciancate del corso di ginnastica posturale. Una delle due, ex insegnante in prima linea oggi duramente provata da un pub sotto casa che trasmette musica a tutto volume fino alle prime ore del mattino, ascolta attenta il discorso finale del segretario della CGIL Guglielmo Epifani. Passa un cane avvolto da un foulard rosso, nel cielo volano palloncini, la signora commenta: "Un discorso intenso, mi ricorda la retorica romana del 'Giulio Cesare' di Shakespeare'". Vedi che dai vecchi c'è ancora tanto, tanto da imparare.

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