mercoledì 13 maggio 2009

Bentornati

Più splendente che mai, è tornata all'ovile l'immagine cosmeticomica
che dà a tutti voi il benvenuto su questo sito
di umanità ed arte varia.
A proposito, in quale categoria ti situi tu, o lettore, o lettrice che vai vagando nella Rete?
Nell'arte o nell'umanità varia?
Nell'umanità artistica, forse, e allora ancora una volta benvenuto/a!
In nessuna delle due opzioni? E allora astieniti dalla lettura.

Secondo me è stata tutta una questione di gambe.
Anzi, di gambe e calze autoreggenti, che se non le sai indossare con nonchalance,
loro lo sentono e non si reggono più.
Così è capitato anche a me.
Nuntareggheppiù, cantava profeticamente Rino Gaetano, e qualcuno un giorno ha avuto il coraggio di dirlo.
Cadono le calze, quasi fino ai piedi, si arrotolano come balze di un cane raggrinzito,
cadono le braccia ed anche un po' le speranze e le fiducie,
perché la crisi che viviamo (o ci vogliono fare vivere)
è innanzitutto una crisi di fiducia, come si ripete da più parti.
Ordunque quando manca la fiducia, è chiaro che anche le calze autoreggenti
rifiutano l'autoreggenza.

Ma che va mai blaterando questa giovane donna, ammesso che a 40 meno 1 si
faccia ancora parte della categoria 'giovani donne'?
Parole e immagini confuse, perché il momento non fornisce altro che questo:
un immenso caos odoroso di primavera ma pur sempre caos
che dalla testa scende giù fino alle gambe e, incidentalmente,
prende pure il nervo sciatico.
E allora vedi che è davvero una questione di gambe:
quando entri a gamba tesa è troppo tesa,
quando sei in gamba, vedi comunque di non allungarla troppo,
quando fuggi a gambe levate a un certo punto ritorna perché sennò ti danno per dispersa.

Embè?
Adesso come la chiudi?
Non chiudo.
Rimango aperta, morbida e flessibile.
Che almeno così il nervo sciatico si sfiamma.

PS: al ladro di Cosmeticomiche vorrei dire: attento, un consumo eccessivo del prodotto può provocare dipendenza o in alternativa nuocere gravemente alla salute.

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