lunedì 1 giugno 2009

Vicinissimi

Dunque sì, si può fare.
Yes we can.
Yes we can.
Yes we can.
Lo voglio scrivere più volte perché magari alla fine ci crediamo davvero.
Lo dice l'esperienza, lo dicono i vicini che uno alla volta, piano piano, vicino dopo vicino, sono scesi in cortile ed hanno festeggiato assieme. Cosa c'è da festeggiare adesso, mi dirai tu?
C'è da festeggiare il solo fatto di ritrovarsi attorno a un tavolo a parlare, raccontarsi, mangiare, bere ed ascoltare. Quello che ancora oggi succede d'estate nei piccoli paesi del nostro Paese: vecchi seduti fuori sulle sedie impagliate, a godersi il fresco della sera e la compagnia. Un patrimonio umano che rischia di scomparire, travolto dalla sicurezza e dalla paura travestite da civiltà.

E allora qui, su questo piccolo e forse insignificante diario di bordo che galleggia nella Rete, lo voglio scrivere a futura memoria che sì, la Festa dei vicini si può fare. Anche quando il Comune boicotta, anche quando tutti remano contro e non ci vogliono credere fino in fondo, anche quando tu stesso in fondo hai paura, perché la paura ti si appiccica addosso come il sudore e non ci sono strigili per togliertela di dosso.  Serve solo tanta, tantissima fiducia, di quelle che hanno origine in un luogo imprecisato della pancia e anche un po' tra le nuvole che cambiano in continuazione. Quelle fiducie lì ci possono salvare, a patto di concedere loro spazio e di proteggerle da tutte le analisi razionali del caso e dai tanti, tantissimi uccelli del malaugurio che volteggiano attorno, e non sono solo i gabbiani che strepitano sul tetto contro le cornacchie.

Prima un tavolino di legno, così, abbandonato al muro distrattamente, poi una sedia rossa, poi un tavolinetto rotondo quasi da seduta spiritica, e infine loro, gli umani che danno senso a tutto. Noi umani che con i nostri umori possiamo colorare o annerire il mondo. Il vicino-supporter che ha stampato i volantini poi consegnati nelle singole buche delle lettere (così abbiamo dribblato il divieto di appendere il posterino pubblicitario fuori dall'ascensore) copre il suo tavolinetto con una tovaglia d'eccezione: una kefiah palestinese, simbolicamente pronta ad accogliere tutto quello che inizia ad arrivare, dal vino alla macedonia fino al necessaire da festa a cui molti hanno pensato. Per dire che non è vero che siamo poi così individualisti come ci descrivono e come a volte forse fa comodo essere. Al momento opportuno, se opportunamente stimolati, sappiamo anche diventare solidali e conviviali.

E arriva la frittata ai peperoni dei signori che incontro alla ginnastica posturale, e il sushi ricoperto di 'arghe' nerissime della giapponese (vero must delle precedenti edizioni), e le friselle al pomodoro della signora calabrese che la festa se l'era dimenticata, ma poi un suono preventivo al campanello di casa, un caffè zuccheratissimo e due chiacchiere, ed eccola lì, solerte e mammista come solo le mamme meridionali sanno essere. Alla fine il clima è così disteso e amichevole che quasi quasi ce le cucinerebbe a tutti un po' di penne all'arrabbiata, nel frattempo caffè e limoncello. 


Guardo e non mi sembra vero che tante persone, alcune davvero sconosciute, abbiano risposto all'appello: un semplice foglietto con l'avviso di data e ora, e l'invito ad esserci. Mancano, stranamente, gli animali, che invece popolano questo condominio. Non c'è il cane Agostino del vicino, in compenso c'è il suo amico francese, capello fulvo e occhio gelido azzurro. Qui a Roma si sente accolto come d'altronde noi tutti, esuli volontari da terre di confine. Non c'è nemmeno Mario, il labrador nerissimo dei vicini arrivati soltanto da qualche mese. Assente anche Gaetano, e per la verità anche il suo padrone. Il campionario di nomi canini di questo luogo meriterebbe da solo una palma d'oro e fornirebbe una motivazione sufficientemente valida per l'organizzazione di un'altra festa dei vicini. La Festa dei Vicini Animali. Ulula anche tu ed abbaia 'Yes we can-yes we can-yes we can'. Data da precisare.

3 commenti:

utente anonimo ha detto...

ciao lucia,
mi spiace, non scrivo per commentare il tuo post
ma per chiederti
quando ti posso (o potrò) sentire alla radio

seguivo "carpa diem",
mi manchi...

utente anonimo ha detto...

sono quella di prima
ho dimenticato di firmare,
che scortese...

mi chiamo elena

utente anonimo ha detto...

ciao elena,
da questo sabato 20 giugno ore 20.30-22.30 "Povere ma belle", ogni sabato e domenica fino ai primi di settembre,
magari adesso ci scrivo un micro-post di promozione, intanto grazie!