lunedì 3 agosto 2009

Il mattino ha loro in bocca

La Villa Doria Pamphili è popolata in un mattino di agosto da varie specie di umani. Ci sono i pensionati con la pelle cadente ma abbronzatissimi e arzilli; le signore solitarie che leggono all'ombra dei pini marittimi; i signori solitari che fanno più o meno la stessa cosa su una panchina poco distante; i ginnasti orientali e quelli occidentali; i corridori di ogni età affannati dall'afa; per non parlare degli animali: cornacchie vestite degli usuali cappottini grigio-neri (esse non badano alle stagioni: son bestie pratiche e frugali), cani correnti, cani affannati come i padroni, cani allegri, tristi, vecchi e giovani.

Una nonna regge una carrozzina matrimoniale che ospita due pargoli. Mi ferma per chiedermi se da dove vengo io ci sono "altre persone perché sa com'è, altrimenti non mi sento sicura". Oibò, che strana domanda alle 10 del mattino, quando tutto è luce e il sole illumina la terra. Sul momento non capisco, poi metto a fuoco le paure, gli immigrati, gli stupri, i malviventi, i delinquenti, quelli che di giorno hanno l'aria delle brave persone e di notte cambiano personalità, quelli del 'ma mi sembrava normale' e poi ha ammazzato la madre, e ancora gli zingari, i rom, gli omofobici, i naziskin, i neo-fascisti, i bulli, i bullisti e pure i bulloni, perché di sicuro ci saranno presto anche loro nel repertorio di cronaca nera che ha finito per annerire anche molte delle nostre giornate.

Signori di destra e di sinistra e se volete anche di centro, cari lettori di blog e gente capitata qui per caso, riusciamo tutti, ognuno nel suo piccolo, a fare qualcosa perché si possa ritornare ad essere cittadini delle nostre città e non ospiti guardinghi e diffidenti di luoghi che ad ogni angolo potrebbero riservare una brutta sorpresa? Il mattino ha loro in bocca: quelli del primo paragrafo di questo piccolo pezzo di diario navigante. E' con loro che mi voglio svegliare e non con le brutte notizie di chi ci vuole far vivere nel regno della paura. E comunque sì, signora, vada tranquilla, incontrerà molte persone sul cammino e chissà, magari anche un nonnetto coetaneo con il quale giocare a nascondino tra gli alberi.

6 commenti:

Arlon ha detto...

Il mio loro in bocca del mattino è trastevere, dove stiamo bazzicando per la nostra seconda ricerca. Ed è stata una sorpresa vedere che è ancora come un paese, dove anche i nuovi arrivati devono entrare in contatto con i vecchi residenti. Non è una teoria sociologica, è mantenimento dei rapporti di vicinato, per cui una volta a settimana si organizzano cene di strada, quando vai dal fruttivendolo ti chiede come te la stai passando ultimamente, al bar trovi er sor mario quasi centenario che ti racconta della rotonna (e tu pensi che sia la piazza del tuo paese e invece è il pantheon). E' ancora così e nun ce se crede. Risvegliamo i vicinati!!

lucicosmo ha detto...

Bravoooooo!

Arlon ha detto...

Devo dire che anche il prenestino dove vivo adesso non è male da questo punto di vista. La cosa bella è che se non entri in relazione con loro, se non scambi la chiacchiera, se non ti fai conoscere e non conosci, poi sei un pò fuori da tutto. E' così bello non essere anonimi. E' così bello essere curiosi.

Arlon ha detto...

Conosci "Elogio dell'ombra" di Tanizaki? Me l'ha consigliato una mia amica, ascoltando la storia della settimana al buio. Io non l'ho letto. Mi ha detto che si tratta di un piccolo pamplhet scritto negli anni 20 0 30 contro l'esagerazione di illuminazione del mondo moderno (figurati che cosa direbbe oggi...) che lui vedeva come importata in Giappone dalla cultura occidentale. Ad un certo punto Tanizaki dice una cosa molto divertente sul fatto che i giapponesi nelle loro case preferiscono i giochi d'ombra perche' le donne giapponesi non sono propriamente delle bellezze da vedersi e quindi gli uomini giapponesi si sarebbero rassegnati ad essere meno "visivi", sviluppando altri sensi!

lucicosmo ha detto...

molto interessante!

Arlon ha detto...

Per restare in tema con luci e ombre, mi sono tornati alla mente questi versi di Paolo Conte: "E ti offro l'intelligenza degli elettricisti
cosi almeno un pò di luce avrà
la nostra stanza negli alberghi tristi
dove la notte calda ci scioglierà come un gelato al limon."