lunedì 18 gennaio 2010

LHammàm-meta!

Ancora olfattivamente ispirata da un hammam spagnolo dotato di 3 vasche acquatiche a 3 diverse temperature e tè alla menta zuccherato e massaggi incorporati alla modica cifra di 30 euro, decido di esplorare un hammam romano. Nella capitale, crocevia di razze e culture, non mancherà mica il bagno arabo? Siamo o non siamo la società occidentale delle contraddizioni, dove la moschea no ma tutto il resto - piaceri corporali inclusi - sì? E allora io, hammàm-mete e tu, provo a telefonare ai primi due indirizzi che compaiono su Google.

Uno mi strega già con la musica di sottofondo, e la memoria ritorna a quella indimenticabile sensazione di muscoli rilassati e testa leggerissima che aveva accompagnato la fuoriuscita dall'hammam di Cordoba. L'altro è afono e, solo da internet, si capisce ma fino a un certo punto. Bisogna andare e vedere di persona. I prezzi, però, si capiscono eccome. E sono altamente lievitati: si va da un minimo di 50 euro per il 'percorso hammam' semplice fino ai 90 euro che includono anche il 'savonage'. "Ce l'abbiamo solo noi il savonage - spiega una voce dal dolce accento romano-, che sarebbe un massaggio con un sapone molto...molto...molto..." E che sarà mai questo sapone? "Molto bbbello". Un zacco bbbello. Sempre terra di Verdone è, non scordiamolo mai.

Opto per l'hammam più economico e centrale, che però obbliga all'acquisto del 'kit': 10 euro per il guanto 'scrub' e le ciabattine da montare in loco. La ciabattina appare sul momento l'aspetto più enigmatico dell'intero rituale perché si presenta come una lunga sogliola blu dalla quale bisogna staccare un'estremità per metterla sul lato opposto, facendo poi attenzione ad azzeccare il verso giusto sul quale appoggiare il piede. Ovviamente sbaglio il procedimento e, alla prima pozza d'acqua, traballo ma poi penso a quello che ci diceva l'insegnante di yoga ("i piedi so'dddu ventose!") e inizio a sentirmi tutt'uno con la ciabattina. Lievemente invertebrata ma comunque palmipede.

Orbene tuffiamoci nella prima piscina d'acqua tiepida! Niente, non ci sono piscine, solo molto caldo, un gran caldo afoso e una piccola ragazza latinoamericana che spiega come cospargersi il corpo di sapone dopo essersi aspersi con bacili d'acqua rovente. "E pensare che non sono loro a pagarvi ma voi a pagare loro!", avrebbe detto il padre di qualcuno. Eccoci, siamo bagnati e insaponati. Pronti a varcare la prima porta del 'calidarium'. Dietro, vapori incandescenti e due hammàm-meti (neologismo coniato adesso: frequentatori di hammam) di cui uno molto ciccione e molto tatuato. Parlano a gran voce di problemi familiari ("Eh, a-mmi sorella che vvuoi che je dica?  Nun se po' parlà co-qquella!") e sembrano essere già piuttosto sofferenti per la temperatura oggettivamente insostenibile della piccola stanza.

L'istruttrice ci ha spiegato di entrare 3 volte e poi uscire per bere acqua e mangiare qualche caramella. Al terzo lessamento nel 'calidarium' le voci sono quasi mozzate, gli occhi socchiusi, il corpo abbandonato con la pressione sotto le ciabattine blu, come quando d'estate ti senti mancare le forze e ti accasceresti dovunque. E' tempo di reagire. Si mettono all'opera le massiaggiatrici giunte all'ultimo turno e quindi piuttosto demotivate di scorticare con il guanto 'scrub' le pelli afflosciate dei reduci del 'calidarium'. Personalmente non mi reggo in piedi quindi lascio fare. E' sempre bello che qualcuno si occupi di te, seppure per piallarti via la pelle morta.

Una doccia, e finalmente la piscina con idromassaggio. Il ciccione tatuato ha pienamente ripreso l'eloquio ("ah, me la potessi comprà io 'sta piscina!"), e mi sento lontanissima da Cordoba, dove tutto sembrava più normale ed anche più silenzioso. Qui c'è l'idromassaggio gorgogliante, lì soltanto dell'acqua semplice senza perturbazioni accompagnata da un'atmosfera perfettamente incastonata nel luogo, come gli 'azulejos' colorati sui muri de L'Alhambra. Penso che in effetti non si può né esportare né importare niente dall'estero senza snaturarlo un po', senza piegarlo ai propri interessi e ai propri costumi. A proposito, lì ci avevano anche prestato il costume, qui nessun noleggio: ciascuno arrivi con il suo.
Quando usciamo, sono in corso alcuni accertamenti della Finanza. Sarà mica colpa dei rigidi costumi? Hammàm-meta!

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