sabato 12 febbraio 2011


13 febbraio 2011, Roma, aiola sotto al Pincio (Foto Cosmetico)Abbiamo un sogno: diventare normali*

Abbiamo un sogno: diventare normali.
Senza maschere né mascara veniamo a dirvi
che vorremmo vivere in un Paese dove
ci si guardi negli occhi e non nei reggipetti
o nei portafogli,
dove uomini e donne collaborino assieme
non le une contro gli altri armati, ma semmai
gli uni con le altre animati da un unico amore comune:
quello per la bellezza, per la vita, per la natura e la cultura,
per tutto quello che ci fa crescere interiormente
e ci regala sorrisi autentici.

E' troppo chiedere di fare un passo indietro?
Di spegnere i riflettori sull'Italia bordel-line
di questi ultimi mesi se non anni?
E' troppo chiedere di mostrare al Paese che
ci sono anche 'altre' donne oltre a quelle
che hanno fornito ampio materiale letterario e fotografico
per riempire pagine e pagine di giornali?

Vogliamo tutti assieme riconoscere che quello
che stiamo vedendo in questi mesi non è che una delle
tante manifestazioni di un degrado morale che ci avvolge
tutti e tutte, e di fronte al quale forse alcuni/alcune di noi
non hanno mai preso una precisa posizione?
Sarà possibile, anche tra noi donne, fare autocritica e
domandarci se, per esempio, riconosciamo
che il nostro corpo è già un passaporto di ingresso
per alcune professioni, ed è diventato automatico
servirsene per avere un lavoro?
Vogliamo incontrarci e discutere civilmente di questi temi?
Siamo ancora in grado di discutere civilmente tra noi?
Siamo capaci di produrre un’etica comune?
Senza accusarci, rimproverarci, giudicarci
senza pietà?



Maschio e femmina li creò.
Il grosso è già stato fatto, a noi di attraversare
questo breve tempo con grazia.

L'ultima parola, però, la lascio ad una giornalista africana
del Benin, che si è espressa a favore della
candidatura
delle donne africane al prossimo premio Nobel per la pace
:
"
Penso che le donne debbano lottare. Nessuno verrà a cambiare le cose.
C’è bisogno che le donne lottino e siano solidali tra di loro.
Devono anche amarsi.
Spesso le donne non si amano tra loro.
È vero, c’è ancora tanto da fare, soprattutto quando si conoscono
le condizioni difficili nelle quali fino ad oggi alcune donne si trovano.
Ognuna di noi che ha iniziato a lottare per la propria emancipazione,
ha il dovere di lavorare costantemente e di riflettere
su quello che si può fare per aiutare coloro che sono rimaste indietro”.
(Marie-Louise Félicité Bidias)


* verso la mobilitazione nazionale delle donne: "Se non ora quando"?
** foto post-manifestazione  

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