Han preso i cormorani
il posto degli umani.
Vedi una capocchia nera che nuota
nel mare e pensi: è la vecchia audace
o il vecchio audace, di cui è prodiga
Trieste.
E invece no.
Le capocchiette che si muovono agili
tra le onde di fine settembre son dei cormorani,
di cui si è già detto in piena estate (v.pezzetto
'Meno male che è arrivato Ulisse', qui sotto).
Un'intera colonia di questi uccelli che son anche pesci
e rane al tempo stesso, si deve essere trasferita nell'estremo Nord-Est.
Quando si asciugano sugli scogli allargano le ali
con generosità.
Quando si tuffano nel mare han la destrezza di
atleti olimpionici.
Quando si puliscono le piume arcuano il collo
che sembrano appendini.
Di cormorani e case varie ho discusso quest'estate
tra le onde con Centosessanta: centosessanta chili di
umanità cullata dal mare, con la sola testa che sporge
fuori dall'acqua. E chi l'avrebbe mai immaginato il tuo
vero peso, caro umano che potevi anche essere un cormorano,
se visto da lontano?
C'è una dolcezza strana in queste creature che popolano
il lungomare barcolano anche in questi primi vagiti d'autunno.
Oggi, dietro ai cormorani, ha fatto capolino
anche una tavola da surf con un umano a bordo
provvisto di remo: novello Caronte in un mare
piatto color del vino. Ma Caronte caro, l'estate sta finendo,
tu appartieni al passato.
Lascia che a solcare le onde ci siano solo le capocchie
delle vecchie incallite nuotatrici, che tra un poco raggiungeranno
lo scoglio per asciugarsi le piume.
E sarà difficile dire dove inizia l'umano e dove
finisce il cormorano.
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