lunedì 15 ottobre 2012

Linguaggi coprenti

E' interessante notare come oggi ci sia una perfetta sintonia tra i metodi di bellezza e quelli dei nostri linguaggi variamente applicati. Come i primi si affannano a coprire tutto con bisturi, make-up e ciprie, anche i linguaggi, per apparir più puntuali o semplicemente per celare altre verità, coprono parole e concetti che sarebbero altrimenti molto più chiari e veritieri.

Un esempio di cronaca ospedaliera. "Il paziente minge sul lettino". Oibò, l'avevate mai sentito questo verbo? Eventualmente la parola 'minzione', ma mingere, per di più declinato in terza persona, non l'avevamo ancora contemplato nel nostro vocabolario. E' forse disdicevole dire che "il paziente ha fatto pipì/urinato sul lettino"? Disdicevole per chi? 

Ma dobbiamo coprire. E cambiare il lettino, evidentemente. 
Avete mai provato a riflettere poi sulle parole che indicano certe situazioni lavorative? Ad esempio la parola 'para-subordinato', con quel 'para' davanti a coprire tutto l'indicibile: novello schiavo, dipendente di fatto ma contrattualmente libero professionista, persona capace, affidabile, che l'azienda chiama da anni ma si rifiuta per vari motivi di assumere. Meglio para-subordinato, e se poi alla persona in questione verranno a un certo punto una serie di para-noie, saranno noie sue. Molto noiose, soprattutto per il datore di lavoro.

Sul 'titolo di viaggio' si è già discettato in passato, con il viaggio che improvvisamente si ritrova un titolo davanti come un romanzo. Buon per il viaggio. Un po' peggio per voi che il biglietto lo pagate sempre molto salato.

L'unica eccezione è rappresentata dalle sigarette. Sopra i pacchetti di sigarette ci sono messaggi sempre chiarissimi e allarmanti. Ciononostante nessun venditore cercherà mai di convincervi a non comprare un pacchetto di sigarette. 'Il fumo uccide', però io non muoio se tu mi paghi il pacchetto. Mors tua, vita mea. Paradosso dei paradossi: linguaggio chiaro, verità altrettanto chiara, ma poiché ci sono interessi ed economie più grandi alle spalle, non c'è neanche bisogno di coprire con una mezza verità. 

C'è forse anche un modo di mostrare e di 'fare informazione' (quale? di chi? per chi?) che copre. Gettare tutto in un gran calderone di talk-show perché venga divorato da opinionisti, psicologi, dottori, preti, giornalisti, dame di società e cavalieri di gran dame. E poi, dopo qualche giorno, dimenticare tutto. Chi di noi poi ha capito precisamente cosa è successo al bambino portato fuori dalla scuola a forza dalle 'forze dell'ordine'? 
E tutto ciò che non è filmato non esiste? A Roma è successo forse anche di peggio in questi giorni: un barbone inerme e malconcio che dormiva su una panchina di un parco è stato violentemente attaccato da tre giovinastri nell'indifferenza generale. Non ne ha parlato nessun giornale, forse perché in passato casi del genere si erano già verificati.

E' il supermercato dell'informazione e della notizia, dove si scarta quello che è vecchio e si segnala tutto ciò che è nuovo. Per stupire, per indignare, ma sempre con il favore di una telecamera. A fari spenti nella notte, si può continuare a vivere come se niente fosse. Il buio, si sa, copre tutto. Meglio di tante parole.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

un post straordinario.


Elisa

Anonimo ha detto...

una chicca di Moretti.... Come parla??? le parole sono importanti!!!
http://www.youtube.com/watch?v=qtP3FWRo6Ow
ciao, mroz