sabato 17 dicembre 2005

Candido

Ho incontrato Candido. E mi ha fatto venire voglia di leggere il 'Candide' di Voltaire.
L'ho incontrato proprio oggi perché oggi è uno di quei giorni in cui, consapevolmente, sono salita sull'autobus (numero TRE, da dire alla Fiorello che imita Mike) senza biglietto, con il sentore che mi sarei beccata una sonora multa, e anzi in fondo aspettandomela e invocandola perché dico, è mai possible passarla sempre liscia, non è giusto, fino a quando girerò gratis nei mezzi pubblici ecc. ecc.; dunque salgo, guardo spazientita il ragazzo che si blocca davanti all'obliteratrice perché deve obliterare ben 2 biglietti e l'obliteratrice degli autobus romani sembra debba mangiare un primo-secondo-contorno-frutta al posto di un biglietto; attendo, sbuffo, punto una sedia vuota, mi siedo, e sento l'inequivocabile voce 'biglietti prego'.

Faccio finta di cercare il biglietto, ma neanche tanto finta perché dentro di me ho già deciso che io mi candiderò volontaria ad essere multata. Ho il senso della giustizia che mi scorre nelle vene, proprio come il sangue di Sandokan, quindi guardo il controllore e gli dico: 'deve farmi la multa, quant'è?'. 'Cinquanta euro se paga adesso, 100 euro entro 2 mesi'. Figurati se i 50 euri ce li ho nel portafoglio, io che 9 su 10 rimango senza uno straccio di euro contante nelle tasche. 'Documento d'identità'. Sento il ghiaccio dentro. Dio, non mi dire che non ho neanche il documento d'identità. Di sicuro ho la tessera di giornalista ma non posso dargli quella se no farei un danno orribile alla categoria. Soliti giornalisti privilegiati che entrano gratis dappertutto, anche sui bus. Dunque sfodero il passaporto, residuo di recente viaggio a Bruxelles. E lui: 'ma non c'è l'indirizzo'. Oddio, nel passaporto uno è semplicemente nome cognome, quando e dove è nato, ma non dove abita. Che dire? Lo guardo chiedendo pietà e lui mi fa una specie di occhiolino. 'Scenda che facciamo l'accertamento', o una frase simile molto professionale, che però a me già fa intuire, non so perché, un lieto fine.

Inizia a scrivere la multa, ahrgh, l'intuito fa cilecca. Poi io inizio a parlare: 'guardi, questo mese non ho comprato la tessera, perché non ero sicura che l'avrei sfruttata molto (vero), e oggi vado di frettissima (anche quello vero), scusi, non è che potrebbe abbuonarmi la multa?'.
Io dico che ogni tanto è bene osare, cercare di parlare con la gente, perché a volte con il dialogo si risolve tutto. E lui: 'ho fatto il militare a Udine, cosa ci fa una bella udinese a Roma?' Faccio la giornalista free-lance ecc. 'Mi dica, quanti uomini ha fatto suicidare?' Ecco, questo non me l'aveva mai detto nessuno, perché semmai ero io che mi volevo suicidare per qualche raro uomo, ma il contrario non mi è ancora pervenuto o forse io non me ne sono accorta (ehi, suicidi per me, battete un colpo!). 'Le piacciono i cavalli?' Questa è bella, i cavalli, sarà che mi ha visto alta, e con la dentatura cavallina. 'Mmmmmno, ecco proprio i cavalli non particolarmente' (scena che mi si configura nella testa: Raimondo Vianello-Sandra Mondaini, con Vianello a cui rimane impigliato su rami il parrucchino mentre corre verso di lei a cavallo). 

A questo punto lui mette via la multa e mi chiede se sono sposata/divorziata/fidanzata ecc. Io tiro fuori una oscura storia russa (il fidanzato russo che chissà, magari è morto nel frattempo), lui desiste, si presenta: 'Mi chiamo Candido, ha letto il Candido di Voltaire?' No, però adesso, Candido, ti prometto che lo vado a recuperare in biblioteca. E ti ringrazio ancora non sai quanto. Parentesi: andavo così di fretta perché volevo seguire l'ora nona delle monache agostiniane alla Basilica dei S.S. Quattro Coronati sul Celio. Ma qui dovrebbe iniziare la famosa 'altra storia'.


 

1 commento:

casomy ha detto...

A questo punto, io, Candido lo candido a presidente Atac/Cotral.

cmq, oh, lucì, la vita vicino a te è incredibilmente surreale.. ed è un bellissimo complimento, eh?!

se 'beccamo' domani.