martedì 21 febbraio 2006

Vena carsica
Non credo di credere nel caso.
Semmai credo nel carso. Cioè nelle sottili corrispondenze sotterranee tra cose-persone-situazioni apparentemente lontane.
Domenica il Vangelo parlava di un paralitico guarito da Gesù.
Ne ho parlato con una monaca di clausura nel chiostro della Basilica dei SS.Quattro Coronati sul colle Celio a Roma. Monaca che mi sta simpatica perché profondamente umana, anche nella stizza di dover aprire il chiostro quando i turisti fuori non suonano, e mannaggia, mica posso stare qui ad aspettarli, se quelli non vedono il campanello, vorrà dire che bisognerà spostarlo, comunque una monaca non può stare con le mani in mano ecc.


Appena uscita, sms di coinquilina: brutte notizie, L. ha vertebra rotta e rimarrà in ospedale per tanti giorni.
Due episodi diversi di immobilità fisica. Uno inserito in un testo sacro, l’altro nella vita quotidiana di un coinquilino, che mi pare altrettanto sacra.
Così certi giorni ho l’impressione di una filigrana sottile, trasparente ma luminosa, che lega tessuti diversi: lana grezza, shantung, seta, cotone.

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