mercoledì 1 marzo 2006

Diario
Oggi, primo giorno di marzo e quindi giorno fausto (a parte l'eliminazione di Mario Venuti da Sanremo questa notte: Mario, non ti curar di loro), ho deciso di iscrivermi ad un corso di yoga. Hatha yoga, per la precisione. Non saprei spiegare tecnicamente cosa voglia dire, so solo che i movimenti che faccio mi piaccono, a parte qualche posizione che il mio corpo accoglie con agitazione e tensione ma "è normale, sono i blocchi", dice l'insegnante che ha un tono di voce meravigliosamente soporifero. Ci ho messo quei buoni 3-4 mesi prima di decidere di fare la yogista, e siccome il passo è importante, devo scrivere su un foglio di quali 'malattie' soffro.


Segue lista di circa 25 voci tra artrite reumatoide, artrite cervicale, trombosi, scoliosi, cefalea, cistite, bassa e alta pressione, tachicardia, e volevo iniziare a segnarmeli, perché mi sentivo tanto Italo Svevo o il barone Lamberto di Rodari, che tutte le sue 24 malattie se le è scritte su un taccuino in maniera tale da non scordarsi le medicine adeguate. Poi l’occhio si sofferma su 'ansia/paura/depressione'. E lì mi viene un po' di ribollimento dentro. Perché scusate, è chiaro che tutti noi abbiamo qualche paura, qualche ansia, qualche momento in cui il morale ci si abbassa. E vada per la depressione, clinicamente diagnosticabile e curabile, ma mi rifiuto di considerare l’ansia o la paura una malattia. No, rivendico il sacrosanto diritto a farmela addosso in certi momenti della vita. Ciononostante, per 2 mesi faccio yoga. E passa la paura.

1 commento:

F4Bi4No ha detto...

Pensavo di fare Hatha Yoga e invece sono incappato in un Hara Kiri. Peccato. Addio mondo crudele. Un appanicato.