sabato 13 maggio 2006

Nomen amen

Siccome siamo in Italia, un nome apre le porte. Quelle maledette porte che sembrano sprangate normalmente, si aprono con tanto di sorriso. Basta un nome. Solo un nome. E arriva il passaporto. Arriva l'udienza. Arriva il lavoro. Arrivano i soldi. Arriva il 'prego si accomodi, con chi ha parlato?'. Con tizio-caio. 'Bene, adesso arriva, è andato a prendersi un caffè'. E arriva tizio-caio, e non c'è da dirsi granché, perché prima di tizio-caio c'è un altro nome. Un altro nome che apre la porta di tizio-caio. Però quando le porte si aprono, entra l'aria, e improvvisamente arrivano anche le parole. Tante parole, un fiume di parole. 'Lei è fortunata', 'adesso c'è la psicosi della notizia', 'quelli di trastevere li hanno tutti arrestati...sa com'è, spariva la cocaina'...'l'altro giorno è arrivato Gasparri, dice: voi ci votate sempre no? E no, non sempre, perché anche noi dobbiamo arrivare a fine mese'... 'si parla tanto di informatizzazione, qui io ho tenuto per 3 anni il computer di mia figlia'...e poi i carabinieri, le gelosie tra forze dell'ordine, i gadgets che ci sono e i PC che non ci sono, la scorta a Marini...
Quante parole. Solo perché la porta si è aperta dopo un nome. Altrimenti, facce sprangate, 'eh, mi dispiace, non è colpa mia, cosa ci possiamo fare, i tempi sono questi, torni domani, torni dopodomani, provi a tornare domani ma non è detto'. Io torno il 29 maggio. E poi si vedrà.
 
 

1 commento:

F4Bi4No ha detto...

Gli ultimi due post, per me, sono i migliori della tua produzione. A parte i peli e le fissazioni depilatorie, direi. Chissà cosa sarà dopo il 29 maggio. Col cervello ossigenato. Sarai più, saprai d'aria, nuova. Con un nome in mente, una porta aperta e un così sia.