lunedì 22 maggio 2006

Quel gran pezzo dell'Ubaldo

Meno male che c'era lui. Ubaldo. Lui con i suoi capelli arruffati da studioso pazzo. Mezzi bianchi e mezzi neri e quasi grigi, suppergiù 35 anni avrei detto. Anche lui in fila, come tutti noi, sfibrati dal terzo giorno di attesa fuori dal Consolato di ***. Sembra che improvvisamente tutto il mondo voglia andare in ***. Ma cosa ci sarà mai in ***? Per me lì c'è solo B. E parto per quello, per quel famoso amore di cui sotto. Ma gli altri, l'Ubaldo compreso, che ci vanno a fare in ***?

Ubaldo, caro Ubaldo, se non fosse stato per te non ce l'avrei fatta a riderci sopra. Perché ti alzi presto, prendi i tuoi bravi due bus, cerchi di tenerti calma (e adesso con SPM è quasi impossibile: prima ho fatto fare salto carpiato a cucchiaino di coppetta-gelato, l'altra sera mi sono infilzata parte terminale di cottonfioc in orecchio & similia), e poi cerchi di tenerti in piedi fuori dal portone del Consolato, in attesa del tuo turno. Tutti un po' scorbutici, aria di un Est che respinge, anarchia completa. Respiro, scambio le solite due chiacchiere, ormai sto diventando un'esperta, elargisco i miei frammenti di esperienza di vita su date e scadenze e soldi da pagare per avere il visto in tempo utile. L'Ubaldo è splendidamente napoletano, ed entra prima di me. Poi tocca a me. Via, devo fare in fretta, mi dirigo dalle signorine meno scorbutiche del signore antipaticissimo ed extra-musone.

La signorina apprezza il saluto in lingua originale, prende le carte, analizza, segna cose con l'evidenziatore, e poi sentenzia: "Il timbro: è troppo piccolo, non si vede". Troppo piccolo? Ma questo è, cosa bisogna fare? Procurati una lente, signorina dell'Est, per piacere, non mi fare storie adesso che quasi quasoi sembra che sono a un passo dal paradiso. Niente, signorina irremovibile: "Il timbro deve essere più grande, si faccia rispedire il fax, più grande". Sì, bene, formato lenzuolo, intanto sento che tra un po' potrei cadere a terra, senza senzi. Perché forze tutto questo è senza senzo. Ma poi ritrovo quel gran pezzo dell'Ubaldo fuori, stralunato, pazzo furioso, me lo dice anche lui che è pazzo furioso.  E prendiamo il 90express insieme, lui basta, ha archiviato il viaggio, troppo complicato, macchescherzi, questisoppazzi. Io quasi quasi lo archivierei. "Dici che il sentimento è un motivo valido per continuare a fare tutta questa maledetta corsa ad ostacoli?". Certo, dice Ubaldo, l'unico motivo valido. Ok, se lo dici tu, che sei adorabilmente scompigliato peggio di me, ti ascolto Ubaldo. Che gran pezzo di scienziato pazzo dinoccolato che sei. Ti voglio già bene.  

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