mercoledì 14 giugno 2006

Ikra

Sono tornata a casa con una scatoletta di caviale rosso (Ikra) nella borsa e un rublo d'oro di cioccolata con il faccione di Pietro il Grande.
Quest'uomo, devo dire, mi convince sempre di più.
Assai poche parole, ma tanti regali.
E tutti utili, mica cose così, da intellettuali raffinati ma inconcludenti.
Dalla *** ho portato infatti:
- un samovar per bollire l'acqua a tempo record (circa 10 minuti, durante i quali c'è tempo per fare conversazione, tagliarsi le unghie, eventualmente depilarsi mezzo polpaccio)
- tre rose rosse (molto ammirate dalle hostess in aereo)
- la valigia ricucita (da lui)
- le scarpe pulite con il lucido (da lui)
La coinquilina dice che è un uomo all'antica, e che quando si trovano così, gli uomini, bisogna tenerseli stretti. Io non sono brava a tenere stretto niente. Lascio cadere, perché penso che così cadendo, le cose, accadano anche con più spontaneità (frase talmente contorta che si contraddice da sè)

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