venerdì 29 settembre 2006

Call center.


Adesso qualcuno ce lo spiega.
Basta con la storia che i call-center sono luoghi di sfruttamento bieco.
Basta cavalcare l'idea dell'insoddisfazione professionale di migliaia di giovani che, dopo essersi laureati, per sbarcare il lunario fanno i call-centeristi. Avete voluto moltiplicare la disoccupazione intellettuale facendo laureare in lettere&affini in mondo intero, senza una minima previsione delle reali necessità della società? Ora ne pagate le conseguenze. Avete reso totalmente inesistenti intere categorie di lavoratori in maniera tale che non possano essere tutelati da nessun sindacato? Eccovi il ben servito.
Adesso parliamo del servizio offerto da alcuni call-center. Facciamo i nomi?
Libero, per dirne una, che con questo nome francesemente rivoluzionario, non si offenderà mica se parliamo liberamente di lui, no?


Dunque Libero, dopo averci fatto liberamente aspettare 2 mesi per un semplice subentro sulla stessa linea telefonica e dopo averci dato in 1 mese informazioni discordanti in merito all’attivazione dell’adsl, ci offre la possibiltà di avere questo servizio a casa.
Come?
Attraverso una serie di istruzioni che arrivano via mail lo stesso giorno in cui si danno 2 informazioni diverse: che l'attivazione richiederà 15-20 giorni e che l'attivazione è già attiva. Stessa situazione via posta: Gentile..., grazie per aver scelto...! Gentile..., il servizio è attivo! Delle 2 quale? Si chiama il 155, ovvero uno dei vari call-center sparsi in giro per l’Italia. Ogni telefonata significa riprendere le consunte fila del discorso da capo con un diverso essere umano-segreteria telefonica. Oggi una call-centerista, per sbaglio, deve aver cliccato chissà quale tasto che ha escluso me dalla conversazione facendomi però sentire la sua voce:

SBADIGLIO lunghissimo. “Che sonno!” (ah, almeno c’è, pensavo di parlare al vento; mi sbagliavo, stavo in effetti parlando al vento). “Quanto mi secca questo turno, chiediglielo se anch’io posso fare l’altro...”. Tu-tu-tu-la linea si interrompe. La coinquilina (francese: liberté egalité fraternité) è giustamente isterica. Perché non esiste tecnico in carne ed ossa che aiuti il cittadino giustamente sprovveduto (se c’è un diritto che rivendico, questo è il diritto di essere totalmente ignorante in elementari nozioni di telefonia) ad installare il servizio. Solo parole via email, via lettera o, ancora, via telefono. Altro che affare-Telecom e intercettazioni. E’ l’intera società della comunicazione che deve capitolare. E ammettere che l’overdose informativa affidata solo a cavi telefonici&affini sta producendo dei mostri.

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