lunedì 2 ottobre 2006

Promised you a miracle

Li chiamano miracoli. Che tu pensi intensamente ad una cosa e questa, per miracolo, si materializza. Con le persone è più difficile. Per dire: penso al russo intensamente ma niente, egli non ricompare se non, ogni tanto, nei sogni, e sempre con sms di quadratini incomprensibili. Quindi torniamo agli oggetti. La settimana scosa pensavo intensamente al fatto che avrei bisogno di una libreria in  cui sistemare il disastro di scatoloni che ancora giacciono sparsi a terra dallo scorso 2 agosto. Non sono esattamente un campione di decisionismo rapido, le cose mi si accumulano con la rapidità e la casualità di una discarica. Poi a un certo punto potrebbe anche arrivare la fase dell'inceneritore ma per ora attendo.

Dunque pensiero intenso: libreria, libreria, libreria. Din- don! Suonano alla porta. E' il portierino di Gessopalena (quello che ci ha aiutato con il divano-letto), che dice: "Mica avete bisogno di una credenza che c'è uno del condominio che deve traslocare e altrimenti la butta?". La credenza non è esattamente una libreria ma forse è solo questione di forma italiana. In fondo una credenza può essere una libreria. Basta crederci. E io ci credo, vado a fare il sopralluogo in casa del vicino, e già il sopralluogo vale la visita. Perché il vicino è napoletano, attore, istrione, e mi accende la comicità delirante che, come cenere che attenda di essere attizzata, alberga nelle mie viscere capienti. 

Il credenzone modello anni '50 è doppio: parte stabile a terra e parte aerea, sospesa alla parete. Come si fa? Urge usuale coinvolgimento schiavistico del portierino e via, si parte. Seguono: citazioni random di commedie di De Filippo (molto gettonata 'Uomo e galantuomo', anche perché consona alla situazione: 'Nzerra chella porta! 'Ndrè, tu non m'fai niente!), pantomime, imitazioni, battute, sfottò in puro stile partenopeo, frizzi, lazzi, cotillon e, ovviamente, il caffè offerto all'approdo in casa. Ah-che-'bbbello'cafè-pure-in-carcere-o-sanno-fa...

Lo stato attuale della mia camera è pertanto il seguente:
- parete di ingresso a destra occupata da divano-letto di recupero, dotato di un solo cuscino in quanto gli altri 2 li hanno fregati mentre noi curavamo il trasbordo del divano dal cassonetto dove era stato abbandonato alla camera
- parete centrale con serie di scatoloni e davanti, a mo' di copertura dei detriti, il credenzone in pianta stabile; dietro, tocco d'arte con il poster di 'Scapoli-Isernia-Ultima domenica di luglio-Festival internazionale della zampogna' e vicino, 'Etty Hillesum-Un mondo altro è possibile'
- parete questa davanti alla quale scrivo con credenzino aereo, diventato stabile perché gliel'ho detto io: giù, a cuccia, ne basta una di sospesa e instabile, che è l'occupante della stanza. Tu fissati lì e stai buono.

Tutto merito di S.Lucia. Da quando ho sostituito un'icona della mia santa protettrice alla fotografia del russo con dacia sullo sfondo, tante cose stanno cambiando.

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