mercoledì 18 ottobre 2006

(In)Disposizione.

Quattro ore di disposizione, e già prima di partire di casa mi sento indisposta.
L'insegnante "a disposizione", infatti, non è un insegnante. O meglio, non è essenziale che sia un insegnante. Dovendo fare una generica supplenza in classi non sue, i suoi requisiti di base sono piuttosto i seguenti:
- sordità per reggere gli ultrasuoni che provengono dagli ululati bestiali della classe
- nozioni minime di domatore di leoni/scimmie/cavalli imbizzarriti
- freddezza zen per non lasciarsi abbattere dalla giungla/zoo circostante

Confermo quanto comunicatomi ieri dalla vicepreside: "sono tremendi".
Chiosa vascorossica: Voglio trovare il senso a questa scuola/Anche se questa scuola un senso non ce l'ha.

4 commenti:

Dichtung ha detto...

Consiglio: ritorna all'arco di Tito appena puoi, questa volta munita non di quotidiano, bensì di un testo poetico "leggero" in senso calviniano, tipo "Buchi nella sabbia" di Ernesto Ragazzoni.

lucicosmo ha detto...

Deve essere stato un grande questo Ragazzoni. Urge ricerca in biblioteca di suoi testi. Mi colpisce anche la concomitanza di anno di nascita: 1870, 100 anni prima di noi. Uomo della difficile transizione, come tutti gli scavalcatori di secoli.

Dichtung ha detto...

Immenso. Purtroppo pare che il meglio non l'abbia dato alle stampe in nome del suo manifesto del 1919 "Le mie invisibilissimi pagine". Eccone alcune frasi: "Ognuno lavora come crede. Uno dei lavori più graditi, per me, dei più appassionanti, il lavoro dei lavori, è ...non scrivere. Ci passerei tutta la vita [...]. Si lavora d'immaginazione, e non è lavoro da tutti .[...] Quante idee, diventate fisse, hanno condotto al manicomio, quante hanno trascinato gente a massacrarsi. Il meglio è scriverle per esclusivo uso interno. Lasciatele al loro stato di puro spirito: è il solo modo per gioirne liberamente, il solo che permetta di averne la mente di continuo ventilata. Fermarsi a tradurne in atto, sia pure su semplice carta, una, vuol dire farsene tiranneggiare; vuol dire escludere tutte le altre possibili; soffocare, forse per educare una rapa, i mille e mille germi odorosi di un giardino incantato (vedi che ritorna il principio spinoziano omnis determinatio est negatio?). Corteggiatele tutte, le idee, non sposatene nessuna. La tradirete o vi tradirà? E' grazie a questi solidi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."

lucicosmo ha detto...

BELLISSIMO! Stavo cercando di copiarlo per metterlo per bene in un post, ma non mi riesce. Seleziono e puff. Secondo me è un segno che deve rimanere qui, per pochi intimi.