domenica 19 novembre 2006

Tempo esuberante

Quando arriva l'ispirazione, coglila al volo!
Non lasciarla fuggire!
Dice: ti senti bene?
Mai sentita meglio.
Dopo giorni e giorni di letargo spiritual-fisico-emotivo,
Ecco che arriva di nuovo un po' d'aria.
Sarà il sole, sarà il come, sarà il dove, vai a capirla tu
Questa vita.
E in una giornata come questa, vorrei scrivere una lettera
All'editore Einaudi per chiedere:
O esimio editore, mi spieghi come riusciamo a leggerlo
il libro dell'ultimo premio Nobel per la Letteratura Orhan Pamuk?
Già abbiamo fatto la fatica di riuscire a pronunciare il nome dell'autore (turco),
poi abbiamo preso il libro 'Il castello bianco' (sì, era quello che costava di meno ed era più sottile),
ed infine l'abbiamo aperto.
Le prime 2 frasi lasciano stecchiti, tra 'firmani' e 'marezzata'. Poi arriva il 'tempo esuberante' del traduttore, che infligge 'non mi fossi mai giaciuto', 'nel mentre che' e 'sprizzavanò' (ok, refuso). E tutte le i accentate scritte con la i acuta (ma non dovrebbe essere gravi così?).
Editore, fai qualcosa di sinistro, che se no io in fondo non ci arrivo!

8 commenti:

utente anonimo ha detto...

Sarà stato il mio compleanno.

Dichtung

lucicosmo ha detto...

Quando? AUGURI!

Dichtung ha detto...

Il 19 appunto. Grazie.

Dichtung ha detto...

I problemi dell'editore risalgono a quando le copertine hanno cessato di essere bianche immacolate (per tacere del passaggio di proprietà all'innominabile B.)

lucicosmo ha detto...

Leggi a questo proposito 'Venerati maestri' di Berselli. Parentesi: la storia de 'Il castello bianco' è davvero molto bella. Due uomini simili come gocce d'acqua, uno italiano l'altro turco, si specchiano l'uno nell'altro, finché il turco chiede: "Perche io sono io?". E qui inizia la scrittura autobiografica e la lenta osmosi...

Dichtung ha detto...

Letto. Per rimediare alla "Sehnsucht" per la scrittura italiana mi sono fatta mandare una cassa di libri, tra cui questo. Furbetto il Berselli: nel tentativo di combattere il conformismo imperante tra gli intellettuali nostrani, scivola nel conformismo dei bastian contrario. Punto sugli altri libri della cassa (ammetto però di aver fatto un balzo alla lettura delle copertine bianche dell'Einaudi).

Dichtung ha detto...

Vengo dalla lettura appassionante dell'epistolario tra Giaime Pintor e Filomena D'Amico (C'era la guerra, Epistolario 1940-1943, Einaudi), che mi ha tra l'altro rinfrescato la memoria sul ruolo svolto dall'Einaudi nella cultura italiana del '900: immagina Einaudi Pavese Ginzburg Muscetta Alicata Pintor seduti attorno ad un tavolo a discutere, uno per uno, i 400 libri che dovevano dar luogo alla nascita della collana "Universale Einaudi". Tra l'altro, Filomena era innamorata almeno quanto te di Roma.

P.S. Mi assento per un po'. Pass gut!

lucicosmo ha detto...

Bello!
Mi mancherai, a presto.