giovedì 7 dicembre 2006

Ponte

Oggi sciopero.
Domani festa.
Dopodomani assemblea di istituto.
Non capisco perché sul registro di classe non si scriva direttamente 'Ponte'.

E a proposito di ponte, sto leggendo 'La scuola che ho sempre sognato', di Rubem Alves, che è proprio la scuola del Ponte, in Portogallo. Un luogo davvero da sogno, dove regna una felice e produttiva anarchia apparente, regolata da una costituzione che, come tutte le migliori costituzioni, è nata dal basso. Cioè dai bambini. I disadattati di ogni tempo e di ogni professione è bene che abbiano spesso per compagno un libro di conforto, se non è possibile il confronto con esseri umani di conforto. Ieri, stordita da un'ennesima aggressione verbale della coinquilina, ho ricevuto questo balsamo: "Non basta che i poveri abbiano pane. Bisogna che il pane sia mangiato con goia nei giardini. Non basta che le porte delle prigioni siano aperte. Bisogna che ci sia musica nelle strade. Non basta che ci sia la scuola. Bisogna che a scuola si insegni alle bambine e ai bambini il linguaggio dell'amore. Così scopriranno la gioia di vivere che noi abbiamo perduto.


Io credo che riusciamo ad imparare solo le cose che ci danno piacere. Si sente dire che l'educazione brasiliana è un disastro assoluto... Il corpo, quando qualcosa di indigesto si blocca nello stomaco, ricorre ad una contrazione viscerale salutare: vomita. Il disastro dell'educazione è perciò un segno evidente di salute e una protesta: il cibo è deteriorato, puzza, ha un sapore strano. Io credo che la disciplina e la voglia di studiare sorgono solo dal piacere. E' esattamente quando il piacere è assente che la minaccia diventa necessaria" (R.Alves, La scuola che ho sempre sognato, Emi).

2 commenti:

casalinprecaria ha detto...

ottimo consiglio.
bei libri. bel blog.

lucicosmo ha detto...

graz, casalinprecaria, hai un nome che è tutto un programma. saluti altamente precari