martedì 20 febbraio 2007

Amai

Leggere Saba nella bibliotechina della scuola sotto terra, mentre aspetto due studenti. Gli unici due studenti pervenuti oggi in classe nel sacro giorno del Martedì Grasso. E a Carnevale non si viene, a S.Valentino nemmeno, tra un po' sarà l'8 marzo e in omaggio a tutte le donne anche l'8 marzo niente scuola. Poi arriverà la Pasqua, la Primavera, e prima le Idi di Marzo, il Primo d'Aprile con Pesce incluso, il 5 maggio manzoniano, il 21 giugno, e insomma Gran Pacchia questa scuola. In fondo, non ho poi scelto così male.

Amai trite parole che non uno
osava. Mi incantò la rima fiore
amore.


Caro Saba, che malinconia mi metti sempre nel cuore. Ti riconosco parte di me, della mia triestinitudine, ti leggo e (quasi) ti piango. E poi ti richiudo, per non assorbire troppo spleen mitteleuropeo.
Toc-toc. Bussano alla porta.
Avanti!
Saran gli studenti?
No, è una bidella che - e chiamalo destino o che ne so - mi chiede notizie di Saba.
Dice: approfitto del suo bagaglio culturale (un'immagine che ogni volta mi terrorizza; sento di aver perso tutte le possibili valigie da cui attingere notizie certe), mia sorella deve fare una tesina su Saba, può dire che è neoclassico?
Oibò, in che senso signora? A parte il fatto che tutte le definizioni in termini di correnti-movimenti ecc., che fanno la gioia della critica, mi lasciano sempre perplessa, e comunque il neoclassicismo non è propriamente un fenomeno del Novecento in senso stretto; ecco, a parte questo, e a parte il fatto che Saba è triestino e già questo lo definisce in termini di nevrosi, tristezza e tormento interiore; a parte questo (e già la signora inizia a fare gli occhi come il serpente del Libro della Giungla: maquestachevvordì?), cara signora, che dire? Senta qua cosa scrive l'Umberto.

Amai la verità che giace al fondo.

Lo sente, signora, il tormento? La scrittura come chiarimento interiore, per mettere nero su bianco l'incomprensibile che ci abita tutti. Classicismo? Forse solo nella forma, e nel rifiuto dei dannunzianesimi spinti e dei futurismi aggressivi.

In bidelleria si offrono dolci carnascialeschi. "Ma insomma professorè, Sabba è neoclassico o no?". Mi mangio una 'castagnola', e poi ancora un'altra, e il sapore delle castagnole mi pare così chiaro e gustoso che non c'è bisogno di aggiungere altro. Fotocopie di 'Trieste', 'Città vecchia' e 'Amai'. Le dia a sua sorella, signora, e complimenti per queste amabili pallette di Carnevale.

10 commenti:

Dichtung ha detto...

Eppure qualcosa stride. Nei miei ricordi sei la triestina più lontana dal comune prototipo triestino. Ad esempio, non ne hai mai parlato il dialetto. Di più: eri l'unica in classe, per tua fortuna, a non averne assorbito nemmeno vagamente l'accento. Come mi spieghi questa tardiva identificazione con una realtà alla quale allora, almeno ai miei occhi, sembravi del tutto impermeabile? Mi sono persa qualcosa di essenziale in questi anni o hai iniziato a subirne l'influsso nel momento in cui l'hai lasciata? O, ancora, si tratta della classica fascinazione cultural-letteraria da cui nessuno pare esente, naturalmente alla condizione di starne ben alla larga e di non farvi se non brevissimo ritorno?
Io, da parte mia, continuo a chiedermi perché mai all'atto delle presentazioni si debba sempre ricordare da dove si viene (fatto casuale e del tutto indipendente dalla nostra volontà) e mai dove si va (della qual cosa, invece, più o meno consapevolmente, abbiamo quanto meno maggiore responsabilità diretta).

lucicosmo ha detto...

Con Saba c'è qualcosa di strano. Mi sembra che l'aria tormentosa che lui descrive sia quella che ho respirato anch'io a lungo. Quel suo modo di scavare dentro me lo sento vicino perché problematico, inquieto, nevrotico.
LUNGA PAUSA.
Il discorso mi sa che è complicato. Non riesco più a vivere a Trieste ma sento che qualcosa della 'triestinitudine' (periferia? nosepol? confine?) fa parte di me. Forse l'essere, nel profondo, una persona schiva, che non ama il clamore e il faro puntato. Ma sento che non ho ancora detto tutto. Faccio lunghe chiacchierate sul tema con amiche triesticole, dovessimo rincontrarci un giorno aprirei volentieri una tavola rotonda.
Quanto al tuo bell'interrogativo finale, direi che non resta che inaugurare una nuova tendenza. Dove vado? Non lo so. Mi pare verso una sempre maggiore pienezza di fioritura.

lucicosmo ha detto...

PS: ho scritto 'sento' tre volte. Si vede che quello che ho scritto lo sento davvero. E' bello sentire che i concetti si ripetono. Senti?

Dichtung ha detto...

Sento, sento. Nel mio caso è sicuramente il confine, il taglio violento da parte della storia (chiamiamola così per brevità) di un territorio dell'anima che racchiude in un abbraccio l'italiano e lo sloveno e, con esso, la privazione di una parte essenziale della mia identità. Non riesco a liberarmene.

lucicosmo ha detto...

Siamo messe davvero bene.
Complimenti!

lucicosmo ha detto...

PS: inserirei la tua domanda del 'dove vado' nella serie dei concorsi impossibili tra cui l'adunata dei nessuno ecc. Sta 'tenta che quest'estate riciclo tutto alla radio, eh!

Dichtung ha detto...

P.S. Ricicla come meglio credi, così evitiamo di aprire discariche dove ammassare parole già spese e facciamo pure contento Taxi driver.

utente anonimo ha detto...

Chiamato in causa, ne approfitto per segnalare un vecchio disco, edito nel 1981, poi ri-edito nel 1998, che non ha avuto il successo che meritava. Si tratta di "Prove di volo" di Goran Kuzminac. Il tema del confine, e proprio di "quel" confine, e' molto presente, entro brani musicali di grande qualita', conditi da splendidi virtuosismi alla chitarra.
Purtroppo i testi su Internet non si trovano.
Ciao.
Taxi driver.

Dichtung ha detto...

Grazie, Taxi driver! Peccato non si riescano a trovare i testi. Me lo segno nell'elenco delle mie "missions impossible" che inter alia include
http://www.nadir.it/recensioni/GhirriProfiloNuvole/ProfiloNuvole.htm

Dichtung ha detto...

Grazie, Taxi driver! Peccato non si riescano a trovare i testi. Me lo segno nell'elenco delle mie "missions impossible" che inter alia include
http://www.nadir.it/recensioni/GhirriProfiloNuvole/ProfiloNuvole.htm