giovedì 8 marzo 2007

Donne

Tu-du-du.

Argomenti del giorno:
- violenza sulle donne
- maggiori diritti per le donne
- donne non sufficientemente presenti in politica
- la 'sorellanza' di Ségolène Royal, qui già precedentemente evocata dall'americana della California che si proponeva come coinquilina
- il forte odore che emanano le mimose (grossa parentesi: non ne ho ricevuta neanche mezza)

Riflessione in quanto donna.
C'è una violenza che alcune di noi, in quanto donne, esercitano su loro stesse.
C'è la violenza di quando, in quanto donna, 
mi modifico,
mi cambio,
mi deturpo in omaggio a ciò che può piacere ad un uomo, in quanto uomo.
C'è una violenza che faccio a me stessa, né più né meno che un suicida da girone dantesco, quando non mi dò fiducia e mi censuro preventivamente perché sai com'è, detto da una donna, ha un certo peso.
C'è una violenza che mi infliggo quando lascio che un uomo si rivolga a me con apprezzamenti o deprezzamenti di stampo machista e dintorni.
E poi c'è la violenza di quando, in quanto donna, penso che comunque, basta che sia uomo, basta che si esprima in modo carino, basta che mi dimostri attenzione, e allora va bene tutto. E invece non va bene niente.
C'è la violenza di quando mi dimentico cosa vuol dire la parola dignità,
e la violenza di chi non riconosce che siamo diversi, uomini e donne,
e siamo belli per questo, e non voglio sorellanze coatte,
solo fratellanze miste,
possibilità di scambio con l'altro,
desiderio di stargli vicino,
ma non troppo.

Troppe donne pensano che il gusto della vita dipenda dall'incontro con un uomo. Il gusto e la bellezza della vita sono nella vita stessa (libero adattamento di un passo del 'Diario' di Etty Hillesum)

PS: dimenticavo la violenza più violenta del giudice interiore, implacabile fustigatore di sè (ugualmente distribuito tra uomini e donne?)

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