venerdì 23 marzo 2007

La mia rivoluzione

è silenziosa.
Troppo pigra e lenta per dare nell'occhio.
La mia rivoluzione è una casa vecchia
in affitto con le pentole giuste per 2-3 persone
che non conosco,
compagni di viaggio passeggeri
e stranieri.
La mia rivoluzione è che non voglio niente di più
di quello che ho
e se mi chiama il centro Tim per propormi di comprare
un altro cellulare di nuova generazione,
io dico no.
La mia rivoluzione è un rifiuto non-violento
dell'assioma 'vali tanto quanto hai'.
La mia rivoluzione è vivere la precarietà come un'opportunità
e non come una condanna.

La mia rivoluzione
sei tu che mi ascolti
e che mi leggi,
lontano.

La mia rivoluzione sono io,
ogni giorno diversa,
ogni giorno maldestra,
ogni giorno ginestra
nel deserto.

5 commenti:

Dichtung ha detto...

Silenziosa e discreta, ma, sappilo, niente affatto solitaria.

lucicosmo ha detto...

Me ne compiaccio. Un po' di tempo fa avevo letto che - mi sembra proprio in Germania - c'è chi sta promuovendo nuove forme di baratto per evitare di mettere in circolazione denaro.

utente anonimo ha detto...

la tua rivoluzione è già in cammino. e io metto scarpe comode.

Dichtung ha detto...

Vero, si chiama "Gib und nimm" (dai e prendi). C'è molto più radicalismo di quanto si possa pensare, ad esempio in tema di ambientalismo, movimenti no global, ecc., ma c'è anche molto sano pragmatismo nella vita quotidiana. Io sto finalmente respirando aria densamente europea e sto gustando con estremo piacere la vera multiculturalità.

paolamea ha detto...

Eccomi a interagire con questo bellissimo blog... Stanotte mi è tornata in mente questa tua rivoluzione lenta. Non riesco ad essere così calma, io, nella precarietà, però ti ascolto, e ci sono; anche solo nell'ultima parola.