venerdì 2 novembre 2007

Ricorreno li morti


C’è anche un arancio giallo-verdastro sulla tomba di Antonio Gramsci al cimitero acattolico di Roma, dove dopo tre giorni di pioggia persistente si respira un’umidità padana. Un frutto isolato in mezzo a vasi di ciclamini, qualche rametto di bacche arancioni, una rosa solitaria e una corona di fiori blu-bianchi-rossi con coccarda dell’ambasciata di Cuba che recita: ‘Con respeto admiracion Embajada de Cuba ante el Gobierno italiano’.
Giusto per rendere giustizia alle date della storia, sono passati 70 anni dalla morte di Gramsci, nato nel 1891 ad Ales e morto nel 1937 a Roma, come si ricorda sulla lapide grigia oggi vestita a festa per l’occasione. ‘Settant’anni fà (sic) e noi siamo ancora quà (sic)’/’Adolf Hitler vive ancora’, c'era scritto sul muro esterno del liceo scientifico di un quartiere bene della capitale. La memoria, da sola, non basta a tutelarci dai rigurgiti nazi-fascisti che stanno affiorando in modo preoccupante soprattutto nelle nostre scuole del centro come della periferia. Questo pensiero mi viene adesso mentre lì, proprio dietro alle ceneri di Gramsci, capto uno scambio di battute tra una vecchia signora e un’altra di mezza età su certificati, scadenze, carte da presentare, tanto che in un primo tempo penso che la vecchia voglia sapere quale sia la procedura da seguire per prenotarsi in anticipo un posto al cimitero. Ascolto meglio e no, le informazioni riguardano la pensione: pensiero funesto in giorno funesto.

I gatti, aria scontrosa ed incedere elegante, fanno capolino tra le tombe. Nel centro-visitatori entra una signora per domandare se per caso qui riposi anche Pasolini. “Chi scusi?”, chiede con accento inglese la signora del centro. Pasolini, ripete l’altra. “Oh, Pasolini, no, purtroppo non ce l’abbiamo”. Sembra stia parlando di un album di figurine (ce-lo-ce-lo-ce-lo-manca) ma coi morti non si scherza, così il discorso vira sulla cerimonia che si tiene usualmente in questa triste e mesta ricorrenza solo che quest’anno niente, pare che il Comune non abbia i fondi. Molte persone telefonano per sapere a che ora è ma la signora inglese è costretta a dirottarli.
Entra anche un giovane signore dopo aver letto un cartello in cui si dice che il cimitero acattolico è alla ricerca di nuovi volontari che abbiano minime competenze di computer, giardinaggio, gestione-gatti. L’aspirante volontario tiene famiglia, di cui una parte in braccio, ma dice di essere anche disposto a prendere un permesso dal lavoro per venire qualche ora a fare volontariato. Stazionare nel mondo dei morti può gettare nuova luce anche nei nostri luoghi di lavoro. Per non dire che certi lavori sono la morte civile, quindi meglio lavorare gratis al cimitero. Finale funesto in giorno funesto.

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