Le Cosmeticomiche

Senzo comune

Un tempo esisteva il comune senso del pudore, che da quando sono a Roma viene meglio chiamare il comune senzo del pudore. Inverto sostantivo ed aggettivo ed approdo al senso comune, cioè al senso di appartenenza ad una comunità che forse è in via di estinzione come quello del pudore. Dunque con pudore bisogna parlarne, segnalando, se ci sono, episodi ed eventi che attestino la sopravvivenza di questo reperto sociale.

Ieri sera in autobus, luogo comune per eccellenza, c'era un inferno di stridore, di quelli da tapparti le orecchie e ululare al cielo. Ecchessaràmai? Ci guardiamo attorno alla ricerca del colpevole finché due ragazze individuano il problema: un sedile non più ben avvitato strepita selvaggiamente al passaggio del bus sui sanpietrini di piazza Venezia. Mi ci siedo sopra, e col peso non si sente più niente. Quasi quasi ci rimarrei per sempre ma devo scendere, e con le ragazze ci diamo il cambio. Grande esemplare di senzo comune.

In treno una signora, al passaggio della controllora, segnala che nei bagni non c'è acqua. Quale novità, o signora! Pensi che qualche eurostar fa mi sono messa a fare il check-up dello stato dei bagni di ogni singola carrozza, dalla 1 alla 12. Ma un conto è tenersi il mugugno per sè, un conto è discuterne e, se opportuno, segnalare. Due a zero per il senzo comune.

Ultimo flash sempre da un treno. Siamo partiti da 5 minuti in perfetto orario ed una voce avvisa: "Il treno viaggia con un ritardo di 56 minuti, ci scusiamo per il disagio". Se non c'è nessuno che segnala niente, le cose si inventano. Ma, o anonima voce, non è vero! Vorrei venire a discutere direttamente con te ma non so dove trovarti. Il comune senzo della follia. Quando hai voglia di parlare, non c'è mai nessuno che ti ascolti.