mercoledì 12 marzo 2008

Vacanze romane

Ci sono contrasti che mi appassionano e storie che vorrei seguire più a lungo ma durano poco: il tempo di una piazza attraversata a passo deciso o di una via ritmata da negozi firmati.
Partiamo allora dai contrasti, che sono già in contrasto con i negozi firmati.

Il cellulare squilla nello spogliatoio della palestra, dove vado più perché ci ho preso gusto a conversare con le mie simili che per reali esigenze spogliatoriali. Parto infatti da casa già tutizzata, con pantalone comodo che per l'uso estremo nel recente viaggio a metano tende a scivolare con grazia nel breve percorso che mi separa dalla lezione di ginnastica (la famosa posturale per donne sciancate dalla vita: qui bisognerebbe riaprire la annosa domanda sul perché le donne iscritte ai corsi di ginn.post. siano in numero extra-bordante rispetto agli uomini, ridotti a 1-2 su 25; personalmente sono certa che la donna, costituzionalmente, tende a sciancarsi di più, proverò a sentire cosa ne pensano quelle della Casa internazionale delle donne di Roma, luogo femmineo un po' troppo ghettizzato a mio parere e qui chiudiamo sennò la parentesi lascia davvero senza fiato e fa perdere totalmente le tracce del discorso principale).

Dunque il cellulare ha squillato nello spogliatoio della palestra, dove peraltro (amo le deviazioni sul percorso) avvengono femminilissime mostre di orecchini e parure di Svarovski, opera di una delle donne sciancate del corso che cerca di smerciarle in occasione dell'arrivo delle festività. Personalmente sono molto attratta dagli orecchini, che però non posso mettere a causa delle mie orecchie non bucate. Fui infatti fulminata in giovane età dalla battuta di mia madre che disse: "Abbiamo già tanti buchi, per quale motivo dovremmo aggiungercene degli altri?".
A questo punto si è perso qualunque riferimento al racconto dei contrasti ma io son testarda e alla fine ci arrivo comunque, sciancando magari i lettori ma ci arrivo.
Squilla il cellulare per la terza volta.
"Ciao Luisa!"
E no, veramente mi chiamo Lucia.
"Ah è vero, scusa sono XY"
Ti sento malissimo, sono nello spogliatoio di una palestra, con mezzo calzino in mano e l'altro già infilato nel piede (e qui la parentesi ci vuole: calzini fucsia di quelli con le pallinette antiscivolo e disegno infantile di gatto silvestro). E tu?
"Sto andando a Montecarlo".

Fine del racconto a tinte forti contrastanti.
(Via, ammetterete che è fortemente cozzante l'incontro tra il calzino antiscivolo e Montecarlo, o no?)

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