giovedì 26 giugno 2008

Pulsatilla

E' divertente trovarsi su un palco a presentare qualcuno che non conosci. Primo perché così non vai lì pieno di aspettative o pregiudizi. Secondo perché hai meno timori reverenziali nel caso tu fossi di fronte a Dante. Fatti non foste a vivere come bruti...Ti immagini intervistare Dante senza conoscere neanche questo verso? Pensare di trovarsi di fronte a un bischero qualunque esiliato e pellegrino e chissà, pure un po' supponentino? Libertà vo cercando...Era già l'ora che volge il desìo ai naviganti e 'ntenerisce il core...Non amo i puntini sospensivi ma con la poesia sono necessari. Predispongono l'animo a cogliere nell'aria qualsivoglia brezza poetica si trovi a spirare dalle vostre parti. E poi purtroppo lo ammetto: a differenza di Benigni e nonostante abbia licenza di uccidere cioè di insegnare Italiano negli istituti professionali, non conosco la Divina Commedia a  memoria. Solo versi sparsi che non mi fanno onore, anzi mi fanno vergognare di avere preso la Laurea in Lettere conservando una crassa ignoranza nel Padre della Patria Letteraria che per tutti noi è, innanzitutto, la lingua italiana. 

Orbene come si farà ora, dopo queste solenni premesse, ad arrivare alla giovane ed imberbe (i baffi ha confessato che se li depila, può essere che anche la barba faccia la stessa fine) Pulsatilla, che pulsa vita e vitalità da ogni poro della sua minuta statura? Non ne ho la minima idea. Come al solito la tastiera mi ha un po' preso la mano, e faccio difficoltà a ritrovare il centro del discorso, ammesso che ce ne debba essere per forza e sempre uno. Credo che mi abbia portato fuori strada la stessa parola 'divertimento' (vedere prima riga sub specie adiectivi 'divertente'), che in sè ha una deviazione intrinseca. Divertire da 'di-vertere': portare lo sguardo da un'altra parte, distoglierlo per qualche istante dal proprio ombelico per interessarsi a qualcosa che non siano le proprie numerose, insistenti, insolenti paranoie. Come quando guardi dal finestrino del treno, per riposare gli occhi in quella meraviglia ondulata che è la nostra campagna centro-italica, mentre un'altra parte di sguardo si posa felice sul volto di un ragazzo iraniano dai capelli corvini e un orecchio (ma solo uno; l'altro è congelato dall'aria condizionata) ascolta il profluvio di parole provenienti da un signore fissato con la storia che 'nella vita non bisogna sbagliare un colpo sennò ti ritrovi come me a 62 anni, che viaggio su un Intercity in ritardo mentre potevo essere chissà dove alla Maldive'.  A parte il fatto che così, intrinsecamente, ci offendi a tutti e due (me e il principe iraniano), ma poi figurati, sto costruendo un programma sulla liceità dell'errore nella vita, ecchettelodicoaffà? Carpadiem! Ogni sabato e domenica mattina tra le 8.45 e le 10, stay tuned!

Dunque Pulsatilla. Ci conosciamo tra carni grigliate e gnocchi al pesto ad Arezzo, io convinta d'esser lì a parlar di me (narcisismus classicus), lei certa di essere lì a parlar di sè, anzi presentata da qualcuno chiamato per l'occasione a tesser le lodi del suo ultimo romanzo 'Giulietta Sqeenz' (da pronunciare Squinz mi raccomando). E con questo misunderstanding di partenza diamo inizio alle danze, per la precisione alla 'Ballata delle prugne secche', che si legge molto più rapido di un Intercity e forse anche di un Eurostar. Ma io questo non lo so ancora. Sono lì a cercare di osservare il personaggio, facendo slalom tra un racconto autobiografico e una parolaccia, una parolaccia e un aneddoto di infanzia. La cosa mi turba, perché sogno una comunicazione in cui sia possibile dirsi qualcosa senza usare per forza il turpiloquio e certo, uno oggi potrebbe lecitamente chiedersi cosa sia il turpiloquio: le battute che si scambiano i politici in Parlamento o lo slang di chi ha accumulato rabbia nei confronti della vita? Lasciando a margine la domanda, sono felice non solo di aver letto quasi in un soffio la 'Ballata', ma soprattutto di aver conosciuto per qualche ora Valeria-Pulsatilla. Sento di essermi riconciliata con una parte di me (la narcisa con esito monastico - v. pag. 148) e di essere pertanto pronta a fare un nuovo passo nel magico mondo della Z.T.L. Spiegazioni sulla sigla saranno fornite direttamente alla radio questo weekend. Carpadiem! Tra le 8.45 e le 10 su radio2 fino al 7 settembre. Non perdetelo! Non perdetevi! La conduttrice si è già persa, ci mancate anche voi.

3 commenti:

utente anonimo ha detto...

Dalla Francia calda, un quasi romano segnala il blog della Pulsatilla sullo stesso argomento : http://pulsatilla.splinder.com/post/17617705/Sono+stata+ad+Arezzo+a+present

A presto a Roma, F.

bigsoul ha detto...

ehm... (puntini...) La ballata della prugne secche non l'ho letto, ma Giulietta Squeenz sì, attirata dal quel colorino viola della copertina che faceva capolino dalla pagine di splinder.Me lo son fatta portare in ospedale. Finito in un giorno e mezzo, tenendo conto dell'andirivieni dei medici e infermieri, di un po' di tv, di due chiacchiere con la vicina di letto e delle due preziose ore al giorno concesse per le visite.
Ebbene, se non ne facevi cenno nel blog non mi sarei ricordata nemmeno per un istante che l'avevo letto. Un libro che "resta" evidentemente. Poco da dire!
Ri-ehm... con tutto il rispetto... ma son certa che esistano scrit-trici/-tori decisamente migliori che non hanno la fortuna di venir pubblicati. E tu forse ne sai qualcosa :)
Un abbraccio carpico ma non errato, Anto.

F4Bi4No ha detto...

e pensare che, in una delle tue prime presentazioni, c'avevi a che fare con gli 892-892.. darwin aveva qualcosa da dire di giusto, eh?! t'abbraccio.

PS. (comunicazione di servizio): mercoledì sera cinemiamo io e te? c'è qualcosa che voi vedé? RSVP via sms.