giovedì 26 febbraio 2009

Il podista

Lo incrocio mentre scende le scale del palazzo dove si rinnovano le patenti: un lampo negli occhi e poi, immediato, il riconoscimento.
"Sei tu!"
"Sì, sono io!"
Solo nel Nord-Est si può essere così certi della propria identità, perché dove non arriva Facebook (e da me non arriverà mai) arrivano i ricordi di scuola formato persona in carne ed ossa. Il ragazzo è proprio lui, e mentre lo guardo sgorga dentro naturalmente il motivetto canzonatorio che gli cantavamo in faccia nell'epoca delle crudeltà adolescenziali.
"Sono podista, a Roma ce ne sono tanti".
La notizia mi giunge nuova, devo dire che non me n'ero accorta.
Ma c'è un misunderstanding linguistico, anch'esso tipico di questa appendice periferica dell'estremo Nord-Est. Il giovane è in realtà "buddista", poi lo scandisce meglio ed inizia a magnificare le guarigioni sperimentate con la pratica: non odia più la madre, ha trovato un lavoro che gli piace moltissimo e da poco anche una casa. Nella vita, dice, devi decidere se vuoi essere spettatore o protagonista. Mettiti in ascolto della tua "buddità" e il resto verrà da sè.

Ascolto estasiata, seppure con un mezzo occhio all'orologio perché s'ha da rinnovare la patente e non ho molto tempo a disposizione. La solita frenesia occidentale, ma cerco di dissimularla per evitare che il ragazzo podista-buddista rincari la dose aggiungendo, per dire, che ha conquistato anche una nuova dimensione del tempo, orizzonte che mi pare di aver esplorato già abbastanza svegliandomi ad orari improponibili. Tanto per far vedere che non sono proprio fuori dal mondo gli racconto che sono andata sulla piazza del Campidoglio quando hanno dato la cittadinanza onoraria romana al Dalai Lama. Egli sottolinea che quella del Dalai è un'altra corrente buddista, alla quale lui non appartiene. In ogni caso, se voglio qualche dritta, lui mi mette in contatto con i podisti-buddisti-della-sua-corrente a Roma che son quasi quattromila, mica bazzecole. Nel frattempo posso esercitarmi guardando un muro bianco per mezz'ora al giorno e ripetendo una parola assai esotica di cui non mi dice il significato. E poi mi raccomando, segna i sogni che nella vita se non hai sogni non vai da nessuna parte.
Dopo i Testimoni di Geova e il proselitismo cattolico, ormai pressoché inesistente se non come reliquia nel film di Moretti "Palombella Rossa", diamo il benvenuto alla nuova predicazione podistico-buddista. (Attenzione a lasciare numeri di cellulare perché il missionario ti raggiunge anche lì)

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