lunedì 2 marzo 2009

Incontri

Se è vero che la vita si misura anche in qualità di incontri, direi che lascio Trieste con un Pil umano decisamente rimpinguato di almeno dieci punti così distribuiti:
1. Il barista che spiega l'allagamento del bagno femminile dando la colpa ai "maschi cattivi"
2. Il vecchio sull'autobus che mi osserva mentre faccio un passo avanti e uno indietro vicino alla porta anteriore (perché quando si apre vado avanti, quando si chiude mi appoggio al sostegno di plastica dietro) e sussurra al guidatore: "Questa cossa la fa? (Questa cosa fa?). Danni!".
3. Il venditore di casa con sclerosi multipla che abita al quinto piano di uno stabile senza ascensore, secondo il quale agli studenti bisognerebbe affittare delle "grotte" (perché chissà poi come te le riducono)
4. Il commercialista asburgico preciso che mi parla di "reddito sintetico" durante circa un'ora di amabile chiacchierata
5. I ragazzi calabbbresi che sono un po' disorientati da questa estrema appendice d'Italia ma intanto si esercitano con gusto negli approcci culinari
6. La prof. di Conservatorio con le scarpe a punta rosse, che non insegna solo musica ma distribuisce perle di saggezza agli allievi mitteleuropei
7. La napoletana trapiantata che a Napoli non ci ritornerebbe manco morta in quanto qui si sta molto più tranquilli (ma quando guida si scorda di essere a Trieste e terrorizza le amiche)
8. Il libraio con gli occhi azzurri che se voglio domani mi fa trovare un libro prima che prenda il treno
9. Le amiche e gli amici sempreverdi e il parentado fonte di gioie e dolori
10. Le statue dei letterati Svevo, Saba, Joyce, e il vivente Paolo Rumiz, incontrato davanti al mare in attesa di avvertire un verso di gabbiano dall'alto, infine giunto tra un'evocazione di viaggio e l'altra. "Trieste - dice Rumiz - è il luogo ideale da cui partire, e quello ideale in cui tornare". Intanto parto, per il ritorno se ne riparla tra un po'.
 

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