sabato 7 febbraio 2009

La nobiltà del gesto

Cosa rimane dunque oltre al lamento, oltre al piagnisteo che ci circonda e in fondo ci abita, dalla palestra al supermercato fino a varcare pure le nostre mura domestiche?
Cosa rimane sotto la critica e la lagna nazionale cui pare sia anche stato dedicato un manuale da Enrico Bertolino?
La nobiltà dei gesti nell'imprevisto scorrere della vita: una parola scambiata con il vicino di autobus che ti aiuta ad aprire il finestrino e poi ti augura buona giornata, i pantaloni della tuta ceduti alla signora che se li è dimenticati a casa
, un pezzo di pizza condiviso con i coinquilini fonte alterna di gioie e dolori come le migliori avventure della vita.


E' la tuta che in questo momento catalizza l'attenzione delle dita scrittorie e si presume anche della testa che le guida. Perché mai te l'aspetteresti di poter emulare S.Francesco nello spogliatoio femminile di una palestra eppure quando la signora rimane così, in mutande, ed implora da noi posturanti (le partecipanti al corso di ginnastica posturale, ndr) un indumento che possa consentirle di partecipare alla sua ora di aerobica, la compassione emerge spontanea, assieme al senso di liberazione nei confronti di un pantalone che oggettivamente è sempre stato troppo corto. Quasi quasi adesso, signora, sono io che la imploro di tenerseli questi pantaloni, se li tenga che a me non stanno bene, lo so che non è molto francescano da dire ma è la verità, se li tenga e se vuole me ne porti un altro paio la prossima settimana, possibilmente più lunghi e a questo punto più estivi perché ci stiamo muovendo verso la bella stagione.

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